19 marzo 2024
Aggiornato 09:30
La testimonianza di tre lavoratori

Da Pozzo contro la cancellazione dei voucher: "Scelta iniqua e strumentale"

Dura presa di posizione del presidente di Confcommercio Udine. Perplessi anche Dall'Ava (Fipe) e Schneider (Federalberghi)

UDINE - «Un provvedimento iniquo, antieconomico e strumentale». Giovanni Da Pozzo, presidente di Confcommercio Udine, non usa mezze parole per commentare la decisione del Governo Gentiloni di cancellare i voucher. «E’ stato eliminato uno strumento fondamentale per le micro e piccole imprese – aggiunge Da Pozzo – che nella nostra regione era utilizzato soprattutto da chi un lavoro già ce l’aveva. I voucher, infatti, servivano più che altro come integrazione al reddito, non erano sostitutivi di un contratto di lavoro. Quindi non mi pare ci siano i presupposti per parlare di sfruttamento dei lavoratori. Se poi – chiosa – qualcuno li ha utilizzati male o a sproposito, è giusto venga perseguito».

Senza voucher, il rischio, per Da Pozzo, è duplice: «Se non si interverrà subito con uno strumento alternativo – chiarisce - rischiamo di ritrovarci con una proliferazione del lavoro sommerso. Senza contare che da un giorno all’altro Inps e Inail si ritrovano minori introiti per 280 milioni di euro. Siamo di fronte a una pura strumentalizzazione politica e demagogica: era meglio andare a referendum e far decidere i cittadini». Da Pozzo è contrariato e si dice pronto ad appoggiare raccolte di firme che potrebbero nascere dai gruppi di opposizione in Regione. «Valuteremo», assicura. Critico anche Carlo Dall’Ava, presidente Fipe: «Non capisco come un sindacato possa andare contro gli interessi dei lavoratori: a essere penalizzati sono i giovani, le donne incinta e i meno abbienti». Perplessa anche Paola Schneider di Federalberghi: «Si avvicina la stagione estiva e gli operatori non sanno che fare. Per noi i voucher erano uno strumento importante da utilizzare soprattutto nei fine settimana o per eventi particolari come i matrimoni, quando la richiesta di lavoro cresce. Temo possa svilupparsi nuovamente il lavoro sommerso».

Dall’osservatorio sugli aderenti a Confcommercio regionale, si rileva che le aziende che hanno utilizzato i voucher nel 2016 hanno retribuito un numero di ore sostanzialmente in linea con quanto rilevato a livello nazionale, attorno all’1% del totale. In Friuli Venezia Giulia nel 2016 sono stati venduti quasi 6 milioni di voucher, con un incremento del 19,6% rispetto al 2015. A Tavagnacco Confcommercio ha voluto presentare tre esperienze dirette di persone che lavoravano proprio grazie ai voucher: Leda Pigani, 66 anni, pensionata, impegnata occasionalmente in amministrazione aziendale, Ivana Milutinovic, 27 anni, di origine serba, attualmente disoccupata, chiamata saltuariamente al lavoro in un pubblico esercizio, e Giacomo Cancelli, 26 anni di San Giovanni al Natisone, modello pagato pure lui con voucher.