19 marzo 2024
Aggiornato 04:30
Il 14 aprile

La Via crucis di Ciconicco Patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco

L'evento che si tiene sulle colline di Ciconicco, sempre gremite da migliaia di persone, sarà visionato dal professor Francisco Javier Lopez Morales, rappresentante dell’Unesco

FAGAGNA - La Via crucis di Ciconicco, giunta alla sua 39esima edizione, potrebbe diventare a breve Patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco. Non a caso, venerdì 14 aprile, sulle colline di Ciconicco (in caso di maltempo la manifestazione si terrà il sabato successivo) gremite da migliaia di persone, ci sarà anche il professor Francisco Javier Lopez Morales, rappresentante dell’Unesco. Il prestigiosissimo riconoscimento non nasce a caso, ma è frutto dell’attività ormai quarantennale del sodalizio 'Un Grup di amis' di cui è presidente Andrea Schiffo. Il quale ricorda che il segreto della Via crucis è racchiuso nei valori del volontariato e dell’aggregazione. Insomma, «il valore del tempo donato, investito e impiegato», che fa il paio proprio con la Sacra rappresentazione.

'Un grup di amis' ha aderito, ed è tra i fondatori, dell’associazione Europassion che mette in collegamento le 'passioni' europee creando relazioni tra realtà di 15 diversi Paesi europei, e al Consorzio nazionale europassione per l’Italia assieme al quale negli ultimi anni ha condotto un percorso di analisi e catalogazione volto, appunto, alla catalogazione per la promozione delle Passioni italiane presso l’Unesco.

L’edizione di quest’anno porta il nome di 'Via Crucis', un richiamo alla tradizionale processione del Venerdì santo da cui la rievocazione è poi nata, ma anche l’effige dell’opera di Mario Luzi che nel 1999 fu inscenata al Colosseo quando arcivescovo di Roma era Karol Wojtila. La regia della rappresentazione è affidata a Daniela Zorzini che si avvale, tra gli altri, delle scenografie di Luigina Tusini e del coro Juvenes Cantores di Plasencis. «Sono le realtà come la Sacra rappresentazione – dice ancora il presidente Schiffo – che creano una distinzione tra i contesti territoriali e sociali; sono questi incubatori di umanità, di aggregazione, di impegno, di valori e di storia che fanno di una comunità cosciente di se stessa un valore aggiunto alla propria esistenza, e la rendono dissimile a una comunità vuota, da un dormitorio, da un assembramento di case occupate da gente impegnata a guardare la Tv, a tagliare il prato, a correre al centro commerciale senza nemmeno alzare lo sguardo per salutare il vicino di casa».