19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Incontro a Cividale

Casini sui migranti: "Cavarzerani esempio per il Paese"

Il presidente della Commissione esteri del Senato ha rivolto un plauso al modello d'integrazione messo a punto da Croce Rossa e Prefettura con la collaborazione di Confartigianato (che sta insegnando un mestiere ai richiedenti asilo)

CIVIDALE DEL FRIULI - L’invito è di quelli inattesi. Rivolto ai suoi connazionali, invitati non già a raggiungerlo in Italia ma a restare nel Paese d’origine. «Il sogno - ha detto Amadou Kane, autore del volume 'Il sogno fasullo' aprendo ieri il convegno dedicato ai migranti organizzato da Confartigianato-Imprese Udine a palazzo de Nordis, in piazza Duomo a Cividale - potevo realizzarlo a casa mia. Senza avere le frustrazioni  che mi porterò dietro». Perché l’Italia, vista oggi da Kane, non è il Paese che il 90% dei migranti  sognano. Terra promessa del cambiamento, della fortuna. «A loro dico: non venite».  

Un invito, quello di Kane, in linea con la politica del nuovo presidente. «Il primo a esser nato dopo la colonizzazione e ad aver studiato in Senegal di cui è poi diventato presidente - ha precisato il console generale del Senegal a Milano, Rokhaya Ba Toure -. Oggi non solo invita la gioventù a restare, ma quella che se n’è andata a tornare. Abbiamo bisogno della loro esperienza». Migranti economici che in Italia continuano ad arrivare. Insieme - come ha precisato Fabrizio Anzolini, protection officer della Cri di Udine - ai nuovi migranti, in fuga dalle guerre. E ai migranti che scappano dalle carestie, dalla fame. Distinguere? «E’ disumano", ha tuonato il segretario generale della Croce rossa italiana, Flavio Ronzi, plaudendo alla situazione che nel pomeriggio ha potuto toccare con mano alla Cavarzerani di Udine. «Sono impressionato da quel che ho visto oggi alla caserma e per certi versi emozionato dal lavoro di uomini e donne delle istituzioni. Quel che ho visto è la dimostrazione che le schematizzazioni non funzionano, che non funzionano le divisioni nette». «Onore alla Confartigianato di Udine, al Prefetto, alla Cri per quello che hanno fatto in caserma. E’ una delle poche cose dignitose che ho visto in giro per l’Italia» ha rilanciato il senatore Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione esteri a Palazzo Madama. Sarà che il Friuli è stata terra di grande emigrazione. «Ci sono friulani in ogni angolo del mondo. La storia dell’immigrazione ci appartiene. E’ oggi il tema dei temi. Cambia il colore della pelle rispetto a noi, ma la necessità è uguale alla nostra di 100 anni fa» ha aggiunto Casini preoccupato dagli effetti di una non gestione del fenomeno:  «Il rischio vero è quello di un razzismo di ritorno».

Sollecitato in parte dalla politica, divenuta «il terreno sul quale si vincono o si perdono le elezioni. Questa cosa fuorvia tutte le altre - ha detto ancora il senatore -. Non riusciamo più a fare un’analisi serena dell’immigrazione. E poi c’è l’Europa, che non ha visto nel Mediterraneo il punto centrale, dove la necessità è quella di un dialogo inter-religioso». Pollice fortemente verso per l’accordo di Dublino, che per l’Italia vale alla stregua di una condanna. I migranti sbarcano sulle nostre coste e il paese d’ingresso se ne deve fare carico. Il Fvg per la sua parte. Ma non in modo supino, come Confartigianato-Imprese Udine ha dimostrato realizzando insieme alla Cri e alla Prefettura il progetto di formazione all’interno della Cavarzerani rivendicato con orgoglio dal presidente dell’associazione Graziano Tilatti. «Abbiamo fatto la nostra parte. Quando le istituzioni ci chiamano il mondo dell’artigianato, fatto di uomini e donne, risponde presente consegnando i ferri del mestiere - sia esso di falegname o di muratore - agli ospiti della Cavarzerani. Se poi capiamo che c’è chi vuole lavorare, chi intraprendere. Chissà che domani questi non decidano di tornare nel loro paese e creare là piccole attività che diventino motore di sviluppo. E’ un’analisi semplice, fatta con umiltà e coerenza. Ci siamo riusciti».  Sottoscrive il prefetto di Udine, Vittorio Zappalorto, che alla folta platea riunita ieri a palazzo de Nordis ha confessato: «Per più di qualche mese non ho dormito l’anno scorso. Udine aveva gente dappertutto, oggi in giro invece non c’è più nessuno. E’ una conquista, mai avrei pensato di arrivare a questi risultati un anno fa»