20 aprile 2024
Aggiornato 10:30
La curiosità

Voucher usati per la vendemmia: l'idea nacque in Fvg

A ricordarlo è l'ex senatore friulano della Lega Nord Francesco Moro, il quale fu sollecitato dall’allora presidente del Consorzio dei Colli orientali, Pierluigi Comelli

UDINE - Nella complessa vicenda dei voucher, spunta anche una 'responsabilità' friulana. A ricordarlo è l'ex senatore friulano della Lega Nord Francesco Moro, il quale, sollecitato in quegli anni dall’allora presidente del Consorzio dei Colli orientali, Pierluigi Comelli, aveva incassato l’ok parlamentare a una modifica della norma in questione, vale a dire la legge numero 248 del 2 dicembre 2005 (conversione del decreto legge 30 novembre 2005 numero 203, che a sua volta aveva modificato il decreto legislativo 10 settembre 2003 numero 276, meglio conosciuto come legge-Biagi). 

Il senatore Moro volle e ottenne l’approvazione dell’articolo 276 comma 1 lettera e ter, che prevede 'il beneficio dei voucher per l’esecuzione di vendemmie di breve durata e a carattere saltuario effettuata da studenti e pensionati con una dotazione finanziaria annua di 200 mila euro a partire 2006'. «In realtà – spiega Moro – ci vollero circa due anni per andare a regime per intoppi burocratici, ma anche i sindacati ci misero del loro. La legge sui voucher prevedeva in origine piccoli come i lavori domestici a carattere straordinario, le supplenze private, le manifestazioni culturali e caritatevoli». Come detto, a sollecitare l’intervento legislativo di Moro fu Pierluigi Comelli. «Mi parlò - ricorda Moro - di molti viticoltori friulani disperati perché durante la vendemmia, la Guardia di Finanza eseguiva controlli sui lavoratori avventizi. Si trattava soprattutto, aveva aggiunto, di studenti e pensionati che non volevano essere messi in regola. I primi temevano di dover rinunciare a sconti sulle tasse e ad altri benefit universitari, i secondi avevano paura di dover pagare i ticket sui medicinali».

Moro precisa che la soluzione fu circoscritta ai vendemmiatori, escludendo i raccoglitori di mele, di patate, di pomodori, sia perché la vendemmia ha un tempo più circoscritto, sia perché «avevo intuito che i voucher – com’è puntualmente accaduto – sarebbero potuti diventare una mina vagante in grado di 'scassare' le casse dell’Inps, illudendo nel contempo che si potesse un domani vivere grazie alla pensione maturata con i voucher stessi. Infine, come è accaduto, la diffusione senza controllo dei voucher ha sostituito di fatto le assunzioni regolari, legalizzando il precariato».