19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
IL RITORNO DAL ‘SAFARI ARTICO’

L’incontro con i Sami e il “Mal di Lapponia”, il racconto di un’esperienza che va oltre l’immaginazione

Un viaggio, un progetto fotografico, un’esperienza nel Grande Nord alla scoperta della vita e delle abitudini del Popolo che vive vicino al Circolo Polare Artico

UDINE – Il fotografo friulano in ‘missione’ nelle terre del nord è tornato; la sua prima esperienza in Lapponia si è conclusa i primi di aprile con il rientro in Italia per l’inizio della stagione dei matrimoni. Un’esperienza che è durata venti giorni ed è iniziata assolutamente per caso grazie a un viaggio in Toscana nell’estate del 2015. È lì che Roberto Pedi insieme alla sua fidanzata Paola, in attesa di visitare una cantina nelle Crete Senesi, ha conosciuto Alessandro Maccari, fondatore del tour operator LappOne (lappone.com) che si occupa di organizzare viaggi per italiani in Lapponia. E proprio quest’ultimo in quel periodo era in cerca di fotografi da ingaggiare nei tour organizzati. In un primo momento Roberto non sembrava essere interessato all’argomento, Alessandro cercava fotografi paesaggisti e naturalisti lui è invece un ritrattista. Qualcosa però colpisce i due che rimangono in contatto, talvolta si vedono a Udine (Alessandro ha fatto il servizio militare di leva in Friuli, è tifoso dell’Udinese e viene in città ad ogni partita) e si sentono tramite Facebook. Un giorno poi arriva la proposta: Alessandro sta scrivendo un libro sui lapponi (il Popolo Sami, una delle attrazioni più folkloristiche della regione della Lapponia) e ha bisogno di un fotografo che ritragga le persone che vengono in contatto con lui e con la sua attività, per Pedi è un ottimo un compromesso. Sarebbe stato suo ospite per venti giorni per immortalare la vita della gente del nord e perché no, cogliere l’occasione per cambiare idea anche sul resto.

Nei panni del turista
Arriva marzo 2017 e si avvicina la data prevista per la partenza. Il tour è all-inclusive, tutto è pensato e gestito nel minimo dettaglio. Per vivere intensamente la nuova avventura veste al 100% i panni del turista. Pedi scopre un nuovo mondo. Prova la cucina finlandese: tante minestre, salmone e renna (una carne che ricorda il cervo), ricchi contorni accompagnati da marmellate di frutti di bosco e di mora artica (tipica della regione). Vive nelle tipiche abitazioni chiamate ‘cottage’, delle casette a ‘mo di appartamenti e partecipa a numerose attività: gita con la motoslitta tra le foreste, visita a un allevamento di Husky e giro in slitta trainato dai cani, giornata sul fiume ghiacciato con la pesca invernale e visita al castello di ghiaccio, passeggiata in mare aperto, incontro con una sciamana, produzione del pane con i pescatori, fatbike, sci di fondo e racchette da neve e...a caccia di aurore boreali. A sorpresa prende parte anche ad uno spot televisivo sulla produzione di un forno per la pizza progettato in Finlandia! 

A contatto con le abitudini e le tradizioni
È la prima volta che fa un viaggio così lungo. È così che si possono ‘scoprire’ tante cose del luogo, racconta «Io ero nella valle del Tornio, al confine tra Svezia e Finlandia, sul fiume che separa due nazioni e le città di Tornio e Haparanda. Culturalmente non hanno niente di diverso, solo un’ora di fuso orario e la lingua. Quel fiume è lungo 600 km e largo 1 km; d’inverno i 5 m d’acqua che lo riempiono gelano completamente. In inverno la temperatura scende sotto i -40°C mentre d’estate raggiunge i 25°C. Quando c’è il passaggio tra la stagione del freddo a quella del caldo nell’arco di un mese le giornate si allungano di un’ora al giorno: tra marzo e aprile nel giro di venti giorni si va dalla notte che dura tutto l’inverno e si arriva ad avere 24 ore di luce. Giorno dopo giorno fisicamente ci si accorge che il buio arriva un’ora dopo rispetto al giorno prima; è stranissimo ritrovarsi alle 21 con il sole che tramonta ed essere a -10°C con un metro di neve e pensare che sta arrivando la primavera...e per sciogliersi il fiume ghiacciato ci impiega una sola notte!» – continua – «Ci sono poche gradi città (e sono all’incirca di 50.000 abitanti) il resto sono villaggi. Per diversi chilometri non incontri niente e nessuno. Le case sono tutte uguali con la stessa struttura, alcune sono rosse (della gente comune) alcune gialle (della gente ricca). La densità è di 1 abitante per km². Le loro attività principali sono fare i boscaioli, i pescatori e gli operatori del turismo. Non c’è criminalità e quindi non c’è bisogno che ci sia la polizia. Nessuno trasgredisce alle regole, per esempio come noi hanno tolleranza zero alla guida e chi guida non beve,se c’è un limite orario lo rispettano e non lo superano mai; o ancora se sei in un luogo pubblico, ti allontani e lasci altrove i tuoi effetti personali nessuno li ruba. Loro addirittura lasciano le chiavi sulla toppa di casa. Non hanno alcun tipo di malizia».

L'esperienza dell'aurora boreale
E poi Roberto ci racconta di un’emozione intensa, indescrivibile, ben al di sopra delle sue aspettative; lo spettacolo dell’aurora boreale. «La sera si cena presto, intorno alle 18, e poi se il tempo lo consente si esce per fotografare l’aurora. Lo spettacolo di solito inizia alle 22-22.30 e può durare anche tutta la notte. Per capire se c’è o no si scatta una foto al cielo perché l’occhio nudo può solamente percepire un annuvolamento leggero nel cielo ma è l’obiettivo che cattura i segni inconfutabili della tempesta magnetica del sole. Si possono vedere i suoi movimenti nel cielo, il cambiamento delle sue colorazioni dal verde all’ azzurro al violetto. È estremamente emozionante».

Serate-racconto dell'esperienza
Alla fine di questa esperienza Roberto ha vissuto anche il ruolo dei fotografi di accompagnamento in questi viaggi ma soprattutto la vicinanza alle persone che abitano quelle terre e la loro quotidianità. I dettagli e le curiosità che fanno parte del suo viaggio saranno raccontati nell’arco di alcune serate dedicate al suo reportage fotografico. La prossima in programma si terrà giovedì 27 aprile al Ristorante Da Nando a Mortegliano su prenotazione. Per maggiori informazioni, orari e costi è possibile contattare Roberto Pedi tramite il suo profilo Facebook personale.