19 aprile 2024
Aggiornato 08:30
La presa di posizione

Donna con il burqa in città: Pittoni chiede di rivedere le norme

"La legge attuale - sostiene il presidente della Lega Nord Fvg - non offre grandi margini d'intervento"

UDINE - «Sul burqa la legge attuale non offre grandi margini d'intervento. La normativa italiana sulla sicurezza per quanto riguarda l'identificazione delle persone va rivista, prima che si diffonda l'utilizzo di copricapo che nascondono i lineamenti del volto». Lo afferma Mario Pittoni, presidente regionale della Lega Nord e capogruppo del Carroccio a palazzo D'Aronco, dopo la segnalazione da parte di alcuni cittadini della presenza in città di signore con indumenti che non permettono il riconoscimento.

«La procura di Torino – spiega Pittoni - ha archiviato un caso similare, affermando che la donna circolava indossando il burqa 'in ossequio, secondo un'interpretazione diffusa, ai principi della religione islamica' e quindi va riconosciuto il diritto costituzionale di 'manifestare in qualsiasi forma, anche attraverso la propria immagine esteriore, la propria fede e la propria appartenenza religiosa'. A parte il fatto che è ben più diffusa l'opinione che il burqa sia una forma violenta di sottomissione della donna, l'obbligo di indossarlo è conseguenza di tradizioni locali indipendenti dalle prescrizioni religiose dell'Islam. Nelle norme coraniche ci si limita infatti a imporre l'obbligatorietà del velo, che non copre necessariamente il viso. Di questo la magistratura non ha tenuto conto».

«In secondo luogo - aggiunge il leghista - sulla clausola 'senza giustificato motivo' prevista dalla legge Reale, il Consiglio di Stato si è espresso valutando non solo la matrice religiosa, ma pure quella 'culturale', un giustificato motivo per circolare a volto coperto. Con il terrorismo alle porte – conclude Pittoni – è quindi urgente un aggiornamento della normativa».