24 aprile 2024
Aggiornato 02:00
In piazza Libertà

25 aprile: Honsell tra diritti civili, nuovi totalitarismi e antifascismo

Ultimo discorso della Liberazione per il sindaco che, come di consueto, intona Bella Ciao. Nel corteo si vedono lo striscione della Brigata ebraica, bandiere palestinesi e un riferimento alla presunta foiba nel Manzanese

UDINE – Per l’ultimo discorso del 25 aprile da sindaco, Furio Honsell ha scelto di sottolineare i valori dell’antifascismo, richiamando il caso di Giulio Regeni come esempio di giovane ucciso dai nuovi populisti, e mettendo in guardia sulla nascita dei totalitarimi del nuovo millennio. Una cerimonia, quella di piazza Libertà, che non ha registrato momenti di tensione, se non qualche piccola scaramuccia, subito sopita dalle forze dell’ordine, tra alcuni aderenti alla Fiamma Nazionale (in piazza con il Tricolore sulle spalle) e un gruppetto di anarchici che hanno cercato il contatto. Nel corteo, insieme all’Anpi, ai sindacati, a tanti amministratori, si sono visti gli striscioni della Brigata Ebraica e le bandiere della Palestina, quelle del Pd e del Pci. Tra gli striscioni esposti, quello riferito alla presunta foiba scoperta nel Manzanese, poi rivelatosi un nulla di fatto: 'La foiba non c’è, parola di Tito (il pm Raffaele Tito). Urizio&Co sbugiardati'.

Il passaggio su Giulio Regeni
«In nome dei diritti umani e civili sanciti dalla nostra Costituzione non dobbiamo rimanere indifferenti ai fascismi, alle ingiustizie e alle guerre ancora tragicamente presenti nel mondo come in Siria, in Somalia, in Afghanistan - ha detto Honsell -. I fascismi continuano a risorgere, e alimentano distopie terroristiche e populiste che provocano tante vittime innocenti e trucidano i giovani più coraggiosi e idealisti, come Giulio Regeni, figlio del Friuli, ma cittadino del mondo, selvaggiamente e crudelmente ammazzato dopo terribili torture, come i 500 della Caserma di Palmanova, colpevole solamente di anelare alla liberazione dei tanti popoli di questo pianeta ancora oppressi da totalitarismi. Ebbi il privilegio di premiare Giulio Regeni una decina di anni fa quale studente modello di quell’istituzione democratica fondamentale che è la Scuola Pubblica italiana, sancita dall’Art.33 della Costituzione. Giulio maturò proprio in questa Scuola quei valori di libertà e dignità dei popoli. Speriamo di ottenere presto l’autorizzazione per intitolargli il nuovo terminal studenti, al quale giungono ogni giorno da tutto il Friuli svariate migliaia di giovani per studiare a Udine. Giulio Regeni sarà così esempio per tutte le generazioni future».

Fascismo e antifascismo
Il sindaco ha quindi parlato di fascismo e antifascismo: «I valori che ci sono stati consegnati dalla Resistenza antifascista sono: giustizia, libertà, uguaglianza di diritti e di opportunità, solidarietà. Essere antifascisti significa considerare il pluralismo e tutte le diversità, da quelle di opinione a quelle che nascono dalle fragilità, un patrimonio. L’antifascismo è pratica di inclusione: è il non lasciare mai indietro nessuno, è rifiuto dell’indifferenza. Fascismo è invece sinonimo di omologazione, di massificazione passiva, di intolleranza, emarginazione e sopraffazione violenta del diverso, fino alla sua eliminazione. Essere antifascisti vuol dire garantire a tutti la piena realizzazione della propria persona e resistere ad ogni deriva autoritaria, sia essa perpetrata nel nome dello Stato o di un individualismo egoista».

Il riferimento ai diritti civili e all'accoglienza
In merito ai diritti delle persone, Honsell ha fatto riferimento alla legge delle unioni civili che riconosce diritti agli omosessuali, all’importante della tutela dell’ambiente, alla libertà di scegliere dell'individuo come fece Beppino Englaro, all’accoglienza. «Ringrazio tutti i cittadini di Udine per come hanno saputo reggere in questi anni il pesante onere di questo fenomeno migratorio internazionale senza drammatizzazioni plateali come è avvenuto altrove, e senza mai venire meno alla loro umanità. Vergogna per chi con diabolica leggerezza etica e senza scrupoli strumentalizza o mistifica questa tremenda vicenda umana in chiave elettorale».

Il nuovo totalitarismo
«Oggi non dobbiamo combattere più solamente il totalitarismo fascista, quello fondato sul mito millenarista del superuomo, il totalitarismo dello Stato che schiaccia l’individuo, che rifiuta il pluralismo e nega la piena realizzazione della personalità. Oggi - ha precisato Honsell - dobbiamo resistere ad un nuovo ma altrettanto forte e più subdolo totalitarismo, a nuovi fascismi: quello del liberismo individualista ed egoista, nell’idolatria della libera concorrenza della massificazione consumistica che si traduce nell’oligarchia delle multinazionali. Questo totalitarismo, pur essendo di natura apparentemente diversa, si manifesta invece proprio come aveva fatto il fascismo: azzerando la storia e il senso dei sindacati, indebolendo le tutele dei lavoratori e il ruolo dei partiti, aprendo i centro commerciali il 25 aprile. Questo nuovo totalitarismo, è un fascismo alla rovescia, è il totalitarismo del privato, degli interessi personali, che schiacciano e azzerano lo Stato e disprezzano le Istituzioni e la Politica. È il totalitarismo dell’élite che cavalca l’antipolitica, che fa perdere di vista, anzi saccheggia, il bene comune, la cosa pubblica».