29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
nominata direttamente dall’ex premier Matteo Renzi

L'enfant prodige della sinistra Fvg: a 20 anni nell'Assemblea nazionale del Pd

Elisa Graffi, 20 anni, vice a Fagagna e studia Economia internazionale all’Università di Trieste. Apprezza il 'coraggio delle idee' di Serracchiani e riconosce a Renzi di aver sbagliato a personalizzare il referendum

UDINE - Elisa Graffi, 20 anni compiuti lo scorso 31 marzo, studentessa di Economia internazionale all’Università di Trieste. Vive a Fagagna con la mamma e una sorella di un anno più giovane. Da idomenica è uno dei 200 componenti della Direzione nazionale del Partito democratico, nominata direttamente dall’ex premier Matteo Renzi.

Come e quando si è avvicinata alla politica?
«Con la vittoria di Serracchiani alle regionali nel 2013. Attivamente però è dal 2015, anno in cui mi sono iscritta al partito. In precedenza era soltanto una passione. Sono iscritta al circolo di Martignacco».
Come è nata questa candidatura alla Direzione nazionale?
«Quasi per caso. Ne hanno eletti cinque e io ero la settima. Renzi ha quindi proposto di nominare altri venti giovani, così a sorpresa mi sono vista eletta».
Che obiettivi politici si pone?
«Bella domanda…In realtà non me ne sono posti. Sono concentrata sullo studio e sul fare bene le cose. E poi sono ancora troppo giovane per pormi obiettivi, credo».
Si sente una mosca bianca, visto il distacco dei giovani dalla politica?
«I miei amici mi fanno i complimenti, ma purtroppo in m moltissimi giovani stanno lontani dalla politica».
Cosa direbbe loro?
«Che stare sul divano e lamentarsi non serve. Impegnarsi non è facile perché richiede molto impegno e altrettanto tempo e non tanti sono disposti a fare sacrifici di questo tipo. Ma se i giovani sono lontani dalla politica, è colpa della politica stessa che ha perso credibilità. Sta a noi dare un nuovo volto alla politica».
Un leader che ha ammirato che ammira, oltre Renzi
«Mi piaceva moltissimo Obama».
Si ritiene di sinistra?
«Sì, di centrosinistra».
Che significa?
«Essere dalla parte di chi soffre per la crisi economica, essere europeisti,  avere il coraggio di investire sull’innovazione, sulla cultura e sulla scuola. Forse questo è oggi essere di sinistra».
Nessuno critica a Renzi?
«Secondo me l’errore fatale che ha fatto è stato personalizzare il referendum. Quando ha detto ‘se perdo mi dimetto’ abbiamo perso. Altri errori? Forse si poteva dialogare meglio con la minoranza. Ma qui le colpe stanno a metà».
Un giudizio su Serracchani?
«Mi piace il coraggio delle sue idee, la forza con cui porta avanti il lavoro che ha svolto. A mio avviso ha fatto riforme che il centrodestra non avrebbe fatto. E quando fai le riforme è ovvio che non accontenti. Ma  sono certa che i risultati si vedranno. Da lei ho imparato molto. Spero di imparare ancora».