20 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Economia

Il frico e gli Usa: un matrimonio che funziona!

A un anno dall'inserimento del frico di Savio nella grande distribuzione americana, attraverso il colosso Kroger, con i suoi 3.500 supermercati, ora Savio annuncia l'inserimento delle sue referenze nei quattro storici locali di Manhattan

MAGNANO IN RIVIERA – Nuovo importante passo in avanti sul fronte dell'export per il produttore friulano di frico: Franco Savio, che ha il suo sito produttivo a Bueriis, nel Comune di Magnano (Ud). Infatti, il frico di Savio, si trova ora in vendita e disponibile al pubblico, in 4 storici punti vendita di New York. Si tratta di luoghi di commercio nevralgici per Manhattan: i due Eataly di Manhattan, ed i noti negozi Di Palo e Zabar's. A un anno dall'inserimento del frico di Savio nella grande distribuzione americana, attraverso il colosso Kroger, con i suoi 3.500 supermercati, ora Savio annuncia l'inserimento delle sue referenze nei quattro storici locali di Manhattan. Un mercato, quello newyorkese, piuttosto difficile ed estremamente competitivo: l'ingresso nei 4 negozi è un grande passo in avanti per l'export dell'azienda friulana.  

Un nuovo passo avanti
Come conferma l'export manager di Savio, Matteo Rizzo: «Non è stato facile, e continua a non esserlo. Per un motivo più degli altri: sono solo due americani su dieci, in media, a conoscere il Friuli Venezia Giulia, a sapere che si tratta di una regione a Nord Est dell'Italia. La stragrande maggioranza di loro, non sa nemmeno cosa sia il Friuli. Conoscono la Toscana, Roma, Firenze e Venezia. Stante questa situazione, diventa estremamente complicato promuovere un prodotto tipico, quando non si conosce la terra da cui nasce la sua tradizione. Questo che annunciamo oggi per il mercato Usa è per noi un enorme passo in avanti. New York ha un peso ponderale notevole». Franco Savio torna sulla questione della scarsa visibilità del Fvg a New York: «Servirebbe, a livello istituzionale, fare di più e meglio per far conoscere intanto il territorio e poi i suoi prodotti. Il lavoro da fare è notevole, ma le potenzialità sono elevatissime, commerciali, ma anche turistiche. Il prodotto tipico legato ad un territorio è un connubio strategico a tutto vantaggio del turismo».