26 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Incontro venerdì a Palmanova

Regionali 2018: l’ultima spiaggia per l’autonomismo friulano

"Questa è l’ultima occasione: il tempo delle divisioni di campanile tra diverse formazioni non fa altro che dare vigore a chi vuole affossare per sempre le nostre specialità e autonomia”. A dirlo Rosario Di Maggio di 'Manovai de Autonomie'

UDINE - Adesso o mai più. Anzi, per dirla con Rosario Di Maggio, «adesso oppure nel 2023 in Friuli parleremo nuovamente il Veneto». Insomma, le prossime elezioni regionali saranno davvero l’ultima chance per l’autonomismo friulano. Che avrà due possibilità: «o scendere in campo in maniera compatta, oppure scomparire. Per sempre». Poche, ma lucide parole quelle di Di Maggio, che assieme ad alcuni amici ha fondato il gruppo ‘Manovai de Autonomie’ (Manovali dell’Autonomia) con lo scopo, appunto, «di dare una mano al composito arcipelago autonomista per tentare, finalmente, l’avventura elettorale delle regionali 2018 in maniera compatta, decisa, determinata, superando decennali divisioni». Quelle, fa capire, che hanno fatto sempre il gioco dei nemici del Friuli. «O adesso o mai più – insiste Di Maggio – perché vogliamo fare da mediatori dando una mano dall’esterno per convincere tutti gli autonomisti a fare squadra».

Già, adesso o mai più. Per questo i ‘Manovai de Autonomie’ hanno convocato per venerdì sera a Palmanova i principali raggruppamenti friulanisti (figli, nipoti, pronipoti, parenti veri e acquisti di quello che è stato il Movimento Friuli) per parlare di ‘Autonomismo, unità di tutti’. «Sarà – spiega lo stesso Di Maggio – una sorta di seduta psicanalitica del mondo autonomista nella speranza di mettere le basi per un rassemblement in grado di affrontare compattamente la sfida delle regionali». All’appuntamento dovrebbero essere oltre agli organizzatori, i ‘Manovai’ affiancati dal gruppo di Castions delle Mura pure nato da poco, anche Patto per l’Autonomia capeggiata da Walter Tomada e che conta numerosi amministratori locali, ‘Regione speciale’ del sindaco di Rivignano Teor, Mario Anzil, ‘Nuova opera indipendentista’ di Cristina Pozzo, il ‘Comitato per la rinascita del Movimento Friuli’ di Adriano Biason (che si rifà al MF di Marco De Agostini) , ‘Front Furlan’ di Raimondo Strassoldo e, non certo per ultima, ‘Patrie furlane’ di Federico Simeoni e Luigi Gambellini. Che proprio giovedì ha inviato un avvertimento a tutti gli autonomisti: «Comunque vadano le cose, noi siamo pronti a correre anche da soli. Siamo cioè convinti che un polo autonomista sia in grado di intercettare percentuali non banali di consenso. Negli ultimi decenni non siamo mai riusciti a riunire gli autonomisti in un unico soggetto». Come dire che anche quello di Simeoni da ultimatum si traduce in auspicio.

«O adesso o mai più – insiste Di Maggio -, lo sanno tutti. Per questo spero e sono convito che ci sia la consapevolezza che questa è l’ultima occasione e che il tempo delle divisioni di campanile tra diverse formazioni non fa altro che dare vigore a chi vuole affossare per sempre le nostre specialità e autonomia».