19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Riforma degli enti locali

Mazzaro bolla la «GrandeUdine» come un salto nel buio

Il sindaco di Pagnacco chiede alla Regione Friuli Venezia Giulia regole certe negli statuti delle Uti

UDINE – Non si fida delle rassicurazioni date dal sindaco di Udine Furio Honsell. Definisce un «salto nel buio» l’aggregazione di Pagnacco alla «GrandeUdine». Chiede alla Regione regole precise negli statuti per definire compiti e funzioni delle nuove Unioni territoriali intercomunali. Il primo cittadino di Pagnacco è scettico e titubante, soprattutto per le conseguenze che la riforma potrà avere per i cittadini nei prossimi anni. «Il problema – dice – non sono i sindaci. Per questo mi interessano poco le rassicurazioni di Honsell. Il problema è capire come le nostre decisioni potranno determinare il futuro per i nostri cittadini. Tra tre anni Honsell non sarà più sindaco di Udine, ma gli effetti della riforma Panontin resteranno nel tempo. Il nostro compito, oggi, è decidere pensando al domani». 

Mazzarro non ha dubbi: la giunta regionale deve mettere dei paletti piuttosto stringenti negli statuti delle nuove Uti, in modo da impedire fin da subito che i Comuni più piccoli possano essere «schiacciati» da quelli più grandi. «Non si tratta di una questione politica, ma di buon senso – aggiunge il sindaco di Pagnacco –. Non a caso mi trovo spesso d’accordo con diversi colleghi di centrosinistra. E’ il metodo con cui si sta introducendo la riforma a essere sbagliato: si sta agendo con troppa fretta, spingendo i Comuni dell’hinterland a fare scelte che potrebbero segnare, in negativo, i prossimi decenni».

Tante le incertezze che attanagliano Mazzaro: «Se Pagnacco deciderà di restare da solo voglio proprio vedere se il prossimo anno la Regione decurterà i trasferimenti del 30%. Sarebbe un’azione anticostituzionale». Anche sull’abolizione delle Province, il sindaco pare poco convinto: «Chi mi assicura che quando e se le Province saranno dismesse, e le Uti saranno chiamate a sobbarcarsi l’onere dei dipendenti, i costi per i nostri bilanci non cresceranno?».

Mazzaro non è contrario a priori alla «Grande Udine», ma è tra coloro che auspicano una doppia fase nella formazione dell’Uti: la prima, denominata «ciambella», con protagonisti solo i territori dell’hinterland; la seconda con l’aggregazione vera e proprio con la città di Udine. «Facciamo le cose a fasi, non prendiamo decisioni affrettate dall’oggi al domani», chiosa il sindaco.