29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Il dibattito nato attorno alla «GrandeUdine»

«Riforma inefficace senza certezze sulle risorse e sull’autonomia organizzativa»

Il capogruppo di Forza Italia in Regione, Riccardo Riccardi, critica la legge Panontin sugli enti locali: «Ci troviamo di fronte a una riforma né compresa né condivisa»

UDINE - La riforma degli enti locali andava fatta. Evitando, però, di mettere i sindaci contro la Regione e, peggio ancora, contro i colleghi primi cittadini dei Comuni confinanti. Ne è convinto il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Riccardo Riccardi, che ha avuto prova della conflittualità esistente tra i diversi livelli istituzionali durante l’incontro sulla «GrandeUdine» organizzato nei giorni scorsi dall’associazione «Gente e Idee Fvg».

«La discussione - afferma - si sta focalizzando soprattutto sugli aspetti organizzativi delle nuove Uti (Unione territoriali intercomunali), tralasciando così il vero problema, che è rappresentato dal perché c’è bisogno delle Unioni. Si realizzano queste aggregazioni di area vasta per unire i vigili urbani e gli uffici anagrafe o per favorire la programmazione dello sviluppo di un’area omogenea, mettendo a disposizione dei sindaci uno strumento funzionale? Vista la confusione venutasi a creare – precisa il forzista – non era meglio lasciare che fossero le Province ad assolvere a questo compito?».

A preoccupare Riccardi è la carenza di informazioni sull’operatività delle nuove Uti: «Per portare avanti una programmazione davvero efficace – aggiunge – è indispensabile conoscere l’ammontare delle risorse a disposizione e soprattutto il tipo di autonomia organizzativa che si può avere, specialmente in termini di personale. Informazioni, che oggi, i sindaci dei territori chiamati a scegliere non hanno».

Il capogruppo di Fi non è convinto dal modello adottato dall'assessore Paolo Panontin per la definizione territoriale delle Unioni, e cioè quello degli ambiti socio-assistenziali. «Per le Uti non stiamo parlando di un servizio». Riccardi crede che la riforma sia stata calata dall’alto senza aver prima adottato le misure essenziali per renderla efficace. Per farsi capire meglio fa l’esempio della realizzazione di un grande centro commerciale in Fvg: «Il Comune di Villesse può fare l’Ikea da solo, senza valutare l’impatto che la costruzione di un punto vendita di quelle dimensioni provocherà sui territori limitrofi: in termini di viabilità, di presenza di persone, di richiesta di maggiori servizi?». A suo modo di vedere, quindi, la legge Panontin è stata proposta ai Comuni senza prima avviare altre riforme essenziali come quella della pianificazione territoriale, del comparto unico e della finanzia locale.

Il risultato? «Ci troviamo di fronte a una riforma né compresa né condivisa – conclude Riccardi –. La giunta regionale ha semplicemente avviato un riordino burocratico degli enti locali, mettendo in grossa difficoltà i sindaci. Ma così non funziona».