29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Flussi migratori

Lotta ai clandestini: la Lega chiede controlli anche verso la Slovenia

Mario Pittoni vorrebbe pattugliamenti misti sui confini da parte delle forze di polizia italo-slovene e non solo italo-austriache: «Il pattugliamento deve riguardare tutti i confini della regione».

UDINE – Austria e Italia collaboreranno per il presidio dei confini in chiave anti-clandestini. Saranno attivate, infatti, pattuglie miste chiamate ad arginare un fenomeno che, per l’area del Tarvisiano, raggiunge numeri consistenti, con più di 1.500 fermati nell’ultimo anno. Gli agenti delle forze dell’ordine italiane e quelle della polizia austriaca controlleranno la fascia confinaria agendo sulle principali arterie stradali e ferroviarie. Ma c’è chi chiede di andare oltre, estendendo i pattugliamenti anche al confine con la Slovenia. Si tratta di Mario Pittoni, componente della segreteria federale della Lega Nord.

TUTTE LE FASCE CONFINARIE SOTTO CONTROLLO - «L'accordo intergovernativo Italia-Austria per l'utilizzo di pattuglie miste con il compito di presidiare i territori di confine – afferma Pittoni - va esteso alla Slovenia. Il pattugliamento deve riguardare tutti i confini della regione, altrimenti il problema degli ingressi irregolari viene solo spostato. Ci viene segnalato, peraltro, che sconosciuti già oggi, approfittando dell'assenza dei legittimi proprietari, trascorrono la notte o bivaccano in strutture isolate a ridosso dei confini con Austria e Slovenia. Fatti - aggiunge il leghista – il più delle volte neppure denunciati alle forze dell'ordine per timore di dispetti, in quanto i proprietari hanno la sensazione che chi segnala la 'disponibilità' delle baite o degli stavoli sia piuttosto ben informato».

LE PROPOSTE DEL CARROCCIO -  «Le pattuglie miste per il contrasto all'immigrazione clandestina - spiega Pittoni - impiegabili anche contro la criminalità organizzata transfrontaliera lungo tutta la fascia confinaria nazionale, rientrano in un pacchetto di proposte che come Lega Nord ci apprestiamo a presentare come suggerimenti alle amministrazioni locali, prime vittime dell'attuale emergenza, per mozioni dedicate con cui «bombardare» Roma, sperando che finalmente qualcosa si muova. L'Italia, infatti, può intervenire sia a livello legislativo, ad esempio riportando a due i livelli di protezione per i richiedenti asilo come negli altri Paesi, sia promuovendo in Europa l'apertura degli uffici dove presentare la domanda d'asilo direttamente nei Paesi di transito extraeuropei (ripartendo poi equamente chi sarà accettato tra i Paesi dell'Ue), evitando in questo modo - conclude Pittoni - lo stazionamento di tanti richiedenti asilo sul nostro territorio».