26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Fine vita

In Fvg la prima legge sul testamento biologico

Dal Consiglio regionale via libera all’attivazione di un registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario. E’ il primo caso in Italia. La norma divide i politici, che votano secondo coscienza. Nel testo inserite anche disposizioni per la donazione di organi e tessuti

UDINE – In Friuli Venezia Giulia si potrà decidere se farsi curare o meno nel caso in cui dovesse sopraggiungere un’impossibilità a esprimersi. La Regione, infatti, ha approvato la legge sull'accesso al registro regionale delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (Dat). Una norma che, sostanzialmente, istituisce la possibilità del biotestamento, primo esempio di questo tipo in Italia.
Significativo il fatto che la legge sia arrivata proprio nella regione dove,  più di sei anni fa, fu staccata la spina a Eluana Englaro. Evento che, per alcuni dei consiglieri regionali, è stato strumentalizzato in fase di presentazione e approvazione della norma, passata con 30 voti favorevoli, 2 astesioni e 3 voti contrari. Ora spetterà al Parlamento legiferare sull’argomento, colmando quel vuoto che ancora esiste sul fine vita.

COME FUNZIONANO LE DAT – Con il registro regionale delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario, la Regione garantisce a ogni suo cittadino la possibilità di depositare, nell'Azienda per l'assistenza sanitaria di riferimento, la propria Dat e la propria volontà di donazione di organi e tessuti post mortem. Si prevede la possibilità di revoca e modifica di tali decisioni, così come si garantisce la gratuità della registrazione. Si stabiliscono le modalità di accesso e conservazione della Banca dati, nonché adeguate misure di informazione e sensibilizzazione dei cittadini sull'argomento. Una volontà che sarà impressa nella tessera sanitaria, restando quindi accessibile ai medici in caso di necessità. Il biotestamento, finché non arriverà una legge dal Parlamento, non sarà vincolante per i sanitari, che però avranno ben chiara la volontà del paziente (espressosi con piena capacità di intendere e volere circa i trattamenti ai quali desidererebbe o no essere sottoposto nel caso in cui, nel decorso di una malattia o a causa di traumi improvvisi, non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso o dissenso informato).

I COMMENTI – Le parole più significative arrivano dal capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Cristiano Shaurli. «L'approvazione del registro regionale delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario è una scelta che rivendichiamo con orgoglio. La strada per recuperare il ritardo dell'Italia sul tema dei diritti è ancora molto lunga, ma oggi questa Regione ha dato un segnale importante: non si obbliga e non si impone, ma si dà la possibilità di comunicare al sistema sanitario e soprattutto ai propri cari, la propria volontà».
La presidente Debora Serracchiani aggiunge: «In un contesto che dovrà trovare adeguata normazione nazionale, il Friuli Venezia Giulia ha attivato la sua capacità legislativa per contribuire a mettere ordine, a livello amministrativo, nella delicata materia delle Dat». Precisando come «in questa legge regionale non ci sia alcun intento suppletivo o anticipatore del legislatore nazionale», Serracchiani evidenzia come nel testo siano comprese anche «disposizioni per favorire la raccolta delle volontà di donazione degli organi e dei tessuti: un tema umano molto sentito cui le istituzioni sono chiamate a rispondere in modo appropriato».

VOTO DI COSCIENZA – Ogni consigliere ha votato secondo coscienza. Così in uno stesso partito c’è chi si è espresso a favore della legge e chi contro (Alessandro Colautti e Paride Cargnelutti per Ncd, Valter Santarossa e Roberto Dipiazza per Ar), chi è uscito dall’aula come Renzo Tondo e Riccardo Riccardi (per entrambi il dibattito è stato strumentalizzato facendo troppo leva sulla vicenda di Eluana Englaro), ma anche Elio De Anna e Luca Ciriani. Hanno votato  a favore il Pd, il Movimento 5 Stelle, Sel (il primo firmatario della legge è Stefano Pustetto) e i Cittadini (con l’astensione di Emiliano Edera)
Astensione anche per Giovanni Barillari del Misto, contrarietà per Roberto Marini di Fi.  Favorevole Giuseppe Sibau di Ar.

LA SPIEGAZIONE DI SILVANA CREMASCHI - «Questa legge – ha spiegato la relatrice di maggioranza – offre ai cittadini la possibilità, non l'obbligo, di segnalare le proprie volontà rispetto a interventi invasivi nel momento in cui non si sia in grado di esprimerlo verbalmente. Di fatto si tratta di un ampliamento della pratica del consenso informato, già richiesto per legge che riconosce la dignità della persona e il suo diritto a esprimere il proprio volere uscendo da un concetto paternalistico. La legge inoltre – ha chiarito Cremaschi - offre la possibilità di dichiarare il consenso alla donazione post mortem di propri organi o tessuti ottemperando a quanto richiesto dalla legge 91/1999 che afferma che i cittadini, ricevuta la richiesta di manifestazione delle proprie volontà e le adeguate informazioni, sono tenuti a dichiarare la propria libera volontà in ordine alla donazione di organi o di tessuti del proprio corpo successivamente alla morte».