19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Al via un progetto di catalogazione delle opere

Piermario Ciani: da Bertiolo a New York. L'artista, l'uomo, il suo patrimonio artistico

Complessa personalità conosciuta dagli appassionati per la sua sperimentazione spinta. È stato artista, fotografo, grafico, mail-artista, editore temerario, ideatore di beffe mediatiche, fanzinaro, non - musicista, designer innovativo e singolare

BERTIOLO - Eclettico e poliedrico. È complesso farlo rientrare nella «semplice» categoria di artista. Il suo è un profilo difficilmente catalogabile. Si tratta di un vero e proprio contaminatore globale con una continua e irrefrenabile voglia di spaziare e sperimentare. Un vulcanico agitatore culturale che è riuscito a essere ovunque e chiunque ma senza mai spostarsi dal suo piccolo Friuli. Stiamo parlando di Piermario Ciani. Classe 1951, prematuramente scomparso nel 2006. Ne parliamo perché è recente l'intenzione della Regione di catalogare e archiviare le sue opere per conservarle e renderle fruibili a tutti gli appassionati. In prima linea per quest'impresa - non facile -, Emanuela Biancuzzi, a sua volta artista ma anche compagna di vita di Ciani. Abbiamo voluto intervistarla per farci raccontare questo progetto ma anche per investigare nella lunga storia artistica di Piermario Ciani. Ne è emerso un ritratto personalissimo che racconta un uomo generoso e disponibile mosso da una bruciante passione per tutto ciò che di anti convenzionale conosceva. Un precursore mosso dalla curiosità che viveva sullo sfondo delle sue identità multiple capaci di creare forme d'arte sempre nuove.

Si parla di conservare e rendere fruibili a tutti gli appassionati d'arte le opere di Ciani. Come sarà fatta questa operazione? Quali i risvolti possibili?
«Il vuoto lasciato dalla scomparsa di Piermario è stato grande. Gli amici, gli artisti e tutte le persone che avevano collaborato con lui o lo avevano conosciuto in occasione delle sue scorribande artistiche sono rimasti spiazzati e sgomenti dalla sua prematura scomparsa. È stato un periodo molto difficile. Un anno dopo la sua morte, ho organizzato una serata in sua memoria al Centro per le Arti Visive Visionario, con il preciso intento di tenere alta l’attenzione sul suo lavoro e sulla sua eredità artistica (l’ufficialità e le istituzioni friulane non gli hanno mai dato troppo spazio, nonostante il nome di Piermario comparisse già negli anni 80 al Moma di New York con lo storico progetto Trax). Ad oggi, i sette eventi che ho organizzato con la collaborazione degli amici più stretti - come Vittore Baroni, inseparabile partner creativo di Piermario per 25 anni - non hanno avuto carattere solo celebrativo o commemorativo ma anche divulgativo del suo modus operandi e della sua poetica. Mi interessa salvaguardare il suo lavoro e metterlo a disposizione di chiunque, appassionati o semplici curiosi, in un’ottica di contaminazione globale. Al momento l’operazione più urgente è quella di costruire l’Archivio dell’opera di Piermario che ancora non esiste. Tutta la sua produzione creativa, su cui vige un decreto di interesse artistico rilasciato dalla Soprintendenza Archivistica di Trieste per conto del Ministero dei Beni Culturali, è al momento ospitato presso il Comune di Bertiolo. Si tratta di materiale eterogeneo e facilmente deteriorabile (opere pittoriche, supporti magnetici di memoria, adesivi, cartoline, materiale cartaceo, pellicole fotografiche, etc..) che necessita di intervento urgente e non più differibile. Presto cominceremo a lavorare in questo senso. Colgo l'occasione per ringraziare nuovamente il sindaco di Bertiolo, Mario Battistuta, per la disponibilità nel sostenere questa iniziativa».

Il patrimonio delle opere di Ciani in cosa consiste?
«Il suo lavoro non è così facile da spiegare. È stato un artista versatile e poliedrico difficilmente catalogabile a causa delle innumerevoli attività alle quali si è dedicato. I suoi tre decenni di produzione artistica sono caratterizzati da una continua ed irrefrenabile voglia di spaziare e sperimentare che lo ha portato ad agire nei campi più disparati. In primis comunque è stato un vero agitatore culturale: lo dimostrano la sua arte e il suo modo di operare. Nato e vissuto a Bertiolo è stato artista, fotografo, grafico, mail-artista, editore temerario, ideatore di beffe mediatiche, fanzinaro, non-musicista, designer innovativo e singolare. Ha intrecciato relazioni e collaborazioni con autori di ogni parte del mondo, ha creato pseudonimi collettivi con cui ha costruito e diffuso identità multiple immaginarie (Mind Invaders, Stickerman, Luther Blissett) organizzato mondi virtuali come FUN - Funtastic United Nation - e seguito innumerevoli altri progetti. In buona sostanza è riuscito ad essere ovunque e a essere chiunque senza mai spostarsi da Bertiolo. Detestava far fatica».

Nella fase iniziale del progetto di catalogazione è prevista la divisione per tipologie delle diverse opere dell'artista, quali sono queste tipologie?
«Beh…Piermario ha realizzato immagini con procedimenti manuali, fotochimici, elettrostatici, digitali…Forme artistiche assai diverse, come diversi i media espressivi che ha manipolato, dall’adesivo al timbro, dal fax all’happening, al computer, a tecniche più tradizionali utilizzate però in contesti diversi. Trattandosi di materiale eterogeneo al momento è semplicemente necessario suddividere e collocare in macro aree di appartenenza tutti questi prodotti. Sarà quindi più facile, successivamente, occuparsi della vera e propria catalogazione».

Non si pensa «solo» a sistematizzare e archiviare le opere, bensì anche a organizzare eventi culturali, un festival a cadenza biennale, per tenere viva la memoria dell'artista, di cosa si tratta nel concreto?
«Ho una precisa visione in mente ma al momento non mi sbilancio. Posso solo dire che dopo l’evento «Re:Trax» organizzato proprio a Bertiolo nel settembre 2013 che recuperava, riattualizzandolo, il progetto multimedia internazionale TRAX creato da Piermario e Vittore Baroni nel 1981 con la collaborazione di circa 500 partecipanti da tutto il mondo, è stato naturale pensare ad un progetto più ambizioso che potesse alimentare ed arricchire l’Archivio, dal quale trarre nuovi stimoli, e nello stesso tempo avere ricadute positive sul territorio. Nella gestione di questo Festival utilizzerò alcune linee guida che ricalcano in modo fedele l’atteggiamento di Piermario nel «confezionare» eventi ma insieme al Comune di Bertiolo e al Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli utilizzeremo anche l’Archivio Ciani in forma aperta, come serbatoio da cui estrapolare contenuti per costruire in modo sempre diverso l’architettura progettuale dell’evento. Personalmente è anche un modo per capire che cosa fare di tutto quello che Piermario mi ha lasciato a livello personale: stimoli, pratiche, relazioni».

Chi era Piermario Ciani, l'artista?
«Piermario è stato un anticipatore di tante cose, un precursore dei linguaggi e protocolli di internet, una mente aperta alla controcultura e un sabotatore del luogo comune che ha sempre creduto nella cultura di rete piuttosto che nella figura dell’artista individuale. Ha lavorato in modo anticonvenzionale, spesso ai margini del sistema dell’arte ufficiale. Una personalità troppo avanti e troppo al di fuori dagli schemi codificati ma un punto di riferimento importantissimo per numerosi artisti. È stato inoltre un artista molto generoso e disponibile. Non aveva pregiudizi di sorta: nell’organizzare mostre ed eventi mescolava artisti famosi e giovani sconosciuti. Se apprezzava il tuo lavoro era disposto a darti consigli ad aiutarti, in questo senso è stato formidabile. Nessuno si comportava in questo modo, lui invece aveva fiducia, era aperto, ci credeva. Questo atteggiamento ha lasciato un’impronta in tutti quelli che l’hanno conosciuto».

Oltre allo pseudonimo «Luther Blissett», ne aveva altri, perchè?
«Luther Blissett, fenomeno internazionale con epicentro a Bologna e Bertiolo, è stato architettato nel 1994 da Piermario e alcuni amici. Non si tratta, come comunemente si crede, di uno pseudonimo ma più propriamente di un multiple name il cui fine è la creazione di situazioni atte a mettere in contraddizione la società e i suoi meccanismi».

Com'è avvenuto il suo incontro con Ciani?
«L’ho conosciuto che avevo quindici anni, a scuola, tra le pagine di Omnibook di Vigiak, mi sembrò da subito un eroe pirata, in più viveva in Friuli, non ci potevo proprio credere. Quando lo conobbi di persona, avevo appena terminato gli studi all’Accademia. Mi colpirono molto la sua totale disponibilità e apertura nei confronti dei giovani artisti e la qualità estetica e di contenuto dei libri che pubblicava, come ad esempio Embryotica con le sue cento figurine clonabili. Per me, che avevo una passione per il disegno e l’illustrazione in tutte le sue forme, fu una vera folgorazione. Ci siamo molto divertiti. Il resto è storia nota».

Ci può raccontare anche della sua collaborazione con Vrizzi?
«È proprio grazie a Piermario che ho incontrato Debora Vrizzi - un’altra giovane artista sostenuta ed incoraggiata nel suo percorso da Ciani - e insieme abbiamo fondato "CianographicSisters", un duo artistico versatile e sperimentale, i cui contenuti muovono dall’analisi introspettiva e dalla sintonia che abbiamo quando lavoriamo insieme. L’idea di fare delle cose ricordando Piermario è stata per entrambe molto naturale. Sino ad ora abbiamo ideato diversi interventi sempre in qualche modo collegati a Ciani e alle innumerevoli suggestioni che ha prodotto in noi. Il primo video realizzato nel 2007, ricostruisce la personalità di Piermario attraverso racconti e aneddoti di persone che lo hanno frequentato; il nostro ultimo progetto, PMC Talent Agency - attualmente in mostra alla Galleria Loggia di Capodistria nell’ambito della rassegna Maravee curata da Sabrina Zannier - si basa sulla costruzione di figure cinematografiche sulle quali, in puro spirito cianotico, moltiplichiamo all’infinito le potenzialità dell’atto interpretativo, anche citando, in un continuo gioco di rimandi, la storia involontariamente mitica di Piermario Ciani, artista di Bertiolo».