29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Servizi al cittadino

Slitta la razionalizzazione di Poste Italiane in Fvg

Buone notizie per la regione: il piano che prevedeva la chiusura di 13 uffici in provincia di Udine è stato stoppato. La soddisfazione della Cisl Alto Friuli. Della questione si erano interessati Anci, Panontin e Paviotti (primo firmatario di una mozione approvata in Consiglio regionale)

UDINE – Il piano di razionalizzazione messo a punto da Poste Italiane per il Fvg può attendere. Stop (provvisorio) quindi alla chiusura dei 19 uffici postali (13 in provincia di Udine) così come ai 7 ridimensionamenti.

IL PASSO INDIETRO DI POSTE – La società procederà all'attuazione del piano di razionalizzazione dopo aver completato il dialogo avviato con le Regioni. In una nota diffusa da Poste Italiane si legge: «La presenza territoriale è elemento fondante del Piano industriale di Poste che ha come principale obiettivo quello di includere tutti i cittadini nella trasformazione digitale e di migliorare continuamente la qualità del servizio. In questa fase, siamo impegnati a garantire capillarità alla nostra presenza  coniugandola con l'esigenza di una sempre più necessaria efficienza verso la popolazione. Insieme alle istituzioni regionali - aggiunge il testo - approfondiremo il tema della nostra presenza territoriale. A valle di questo ulteriore confronto, conciliando le esigenze aziendali con le istanze e le possibili eccezioni rappresentate dai territori, daremo attuazione alla trasformazione della nostra azienda».
Il piano avrebbe dovuto essere operativo dal 13 aprile con la chiusura, in provincia di Udine, degli uffici di Campeglio di Faedis, Carpacco di Dignano, Ciconicco, Cisterna di Coseano, Goricizza e Pozzo (Codroipo), Ipplis, Lavariano, Ospedaletto di Gemona, Percoto, Perteole, Rodeano Basso, Terzo di Tolmezzo e Torreano di Martignacco.

LA SODDISFAZIONE DEI SINDACATI - «Un primo segnale che accogliamo positivamente ma guai a facili illusioni, l’impegno ora dovrà essere massimo per ottenere il miglior risultato possibile». Questo il commento del segretario generale della Cisl Alto Friuli, Franco Colautti, e del segretario regionale della Slp Cisl Fvg, Domenico La Rocca. «La mobilitazione generale che ci ha visti in prima linea in queste settimane sta sortendo i primi effetti – hanno messo in luce i due sindacalisti – guai però ad allentare la presa, per questo invitiamo le istituzioni a rimanere vigili e soprattutto chiediamo che anche le parti sociali e i sindacati vengano coinvolti direttamente nei tavoli di confronto che si andranno a costituire ai vari livelli. Si deve poter ragionare in maniera complessiva sugli sportelli postali da preservare su un territorio regionale che già tanto ha dato in termini di perdite in questi anni».

PANONTIN, ANCI E PAVIOTTI – La politica, in maniera trasversale, si era mossa per chiedere alle Poste di rivedere il piano di razionalizzazione. A livello locale, attraverso i Comuni coinvolti, così come a livello provinciale e regionale, in tanti si erano attivati per scongiurare la chiusura degli uffici postali. Qualche giorno fa, ad esempio, l'assessore regionale alle Autonomie locali, Paolo Panontin, insieme all’Anci, aveva incontrato i vertici del Fvg di Poste Italiane. «Ho ribadito a Poste Italiane - ha commentato Panontin - la nostra disponibilità a valorizzare la presenza capillare degli uffici postali sul nostro territorio, anche attraverso l'attuazione del Protocollo d'intesa che abbiamo firmato con PI lo scorso 18 novembre 2014 che prevedeva di assegnare alla rete degli uffici postali servizi aggiuntivi, da erogare in particolare nelle zone disagiate e in montagna, anche al fine di scongiurare la possibile chiusura di sedi periferiche».
Da segnalare anche la mozione approvata in Consiglio regionale con primo firmatario Pietro Paviotti dei Cittadini, con la quale l’Aula ha impegnato la giunta a elaborare urgentemente una proposta diretta al Governo, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, che preveda un differimento del termine del 13 aprile prossimo previsto per la chiusura e il ridimensionamento degli uffici postali. Differimento che poi, effettivamente, è arrivato.