24 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Gruppi sono arrivati da Belgio, Slovenia, Croazia e Germania

Oltre 400 vespisti al raduno nazionale di Udine

Gli appassionati della mitica Vespa hanno invaso via Marcatovecchio prima di raggiungere Povoletto, Castelmonte e Manzano. Soddisfatto il presidente del Club cittadino, Fabio Ieronutti: «Tutto è andato bene, non c'è stato alcuni intoppo»

UDINE – Oltre 400 vespisti hanno invaso il centro di Udine, attraversando Povoletto, Cividale, fermandosi a Castelmonte e a Manzano. Un tour turistico-gastronomico proposto dal Vespa Club del capoluogo friulano per il 9° raduno nazionale «Città di Udine». Un'occasione per trascorrere qualche ora in compagnia facendo scoprire una porzione di territorio a bordo delle due ruote più famose al mondo.

Organizzatori soddisfatti per la grande partecipazione
«Tutto è andato benissimo – afferma soddisfatto il neo-presidente del Club, Fabio Ieronutti – il tempo ci ha assistito e lungo il percorso non c’è stato alcun intoppo. Ringrazio tutti coloro che hanno dato una mano per la buona riuscita del raduno».
Un evento molto partecipato, con vespisti provenienti da tutto il Fvg (Pordenone, Monfalcone, Trieste, Ramandolo, Savogna), dal Veneto, dalla Lombardia, dalla Puglia, ma anche dall’estero (Slovenia, Germania, Belgio, Croazia, Austria). Complessivamente i club iscritti sono stati 28.

Da Udine a Castelmonte per chiudere a Manzano
Il raduno si è aperto, di prima mattina, con il ritrovo delle mitiche due ruote della Piaggio nel cuore della città, in via Mercatovecchio. Talmente tante erano le Vespe che le ultime arrivate sono state sistemate in piazza Libertà. Colorati e rumorosi, i ‘vespini ‘ arrivati a Udine hanno attirato l’attenzione di residenti e turisti, prima di partire alla volta di Castelmonte, dove hanno ricevuto la benedizione dei frati cappuccini del Santuario della Beata Vergine. Di ogni epoca le Vespe iscritte al raduno: dai cinquantini degli anni ’70 e 80 fino alle 125 ‘faro basso’ degli anni ’40 e ’50, senza dimenticare le 150 e 200 degli anni ’60. Tanti i modelli personalizzati secondo l’estro del proprietario, tra colori fluo, scritte originali, casse da discoteca e parti aggiunte di carrozzeria.
Il raduno si è concluso nell’area sportiva di Manzano, dove, oltre al pranzo, sono stati premiati i club e i vespisti presenti. Per tutti la Vespa rappresenta un simbolo di libertà e di aggregazione, per alcuni vero cimelio di famiglia tramandato da una generazione all’altra, per altri il frutto di un duro lavoro dopo mesi di restauro. Un simbolo da mettere in mostra e 'raccontare' durante i raduni.