28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Settore in difficoltà

Nel 2015, in Friuli, più licenziamenti che assunzioni (in termini percentuali)

I dati sull’andamento del mercato del lavoro diffusi dalla Provincia di Udine. In aumento ci sono anche i contratti a tempo indeterminato. Per l’assessore Barberio le riforme Renzi non hanno avuto l’effetto sperato

UDINE - In attesa del Primo Maggio, giornata ideale per riflettere sul tema del lavoro, la Provincia di Udine ha reso noto una serie di dati sull’occupazione relativi ai primi tre mesi del 2015. La tendenza emersa non può considerarsi positiva, visto che a fronte di una crescita delle assunzioni si registra un aumento deciso dei licenziamenti. A tal punto che l’assessore provinciale Leonardo Barberio critica le azioni messe in atto dal governo Renzi sul tema del lavoro, bollandole come semplici «proclami».

I numeri diffusi dalla Provincia
Nel periodo gennaio-marzo 2015, rispetto al primo trimestre 2014, aumentato le assunzioni, del  6,8% (19.877 su 18.604) ma crescono di più i licenziamenti, pari al 9,2% (si passa da 14.587 a 15.925 del periodo gennaio-marzo 2015). Il saldo è positivo di 3 mila 952 unità ma inferiore rispetto a quello del primo trimestre 2014 di 65 unità.
Le assunzioni diminuiscono nell’agricoltura e aumentano nell’industria e nei servizi, e questo vale per tutte le fasce d’età, ma in modo più significativo per quelle comprese tra i 31-40 e i 41-50 anni. Le cessazioni aumentano in agricoltura e nei servizi ma diminuiscono nell’industria determinando, a differenza degli altri settori, un significativo saldo positivo (+485). In questo caso, la fascia d’età più colpita è quella degli over 50.

L’analisi riferita alle tipologie contrattuali
E’ in questo ambito che si registra la novità più positiva e confortante. Aumentano in maniera consistente le assunzioni di personale a tempo indeterminato: sono 1.104 contratti in più tra il primo trimestre 2014 (2.389) e il primo trimestre 2015 (3.493). La parte del leone nelle assunzioni riguarda sempre i contratti a tempo determinato (sono 16.384 tra gennaio e marzo 2015 e 16.215 nello stesso trimestre del 2014) ma l’aumento dei contratti di questa tipologia registra un timido incremento (+1%) se confrontato con la crescita decisamente più consistente degli indeterminati (+46,2%). A confortare ulteriormente questa situazione, l’analisi sui licenziamenti in base alle tipologie contrattuali. Mentre aumentano le cessazioni sui tempi determinati (1.488 pari a +13,5%) diminuiscono quelle sui tempi indeterminati (-150 pari a -4,2%).

Il commento di Barberio
«Ci saremmo aspettati un effetto rimbalzo ancora più significativo delle politiche nazionali sul lavoro - chiarisce -. Nei nostri dati non troviamo conferma dei proclami di Renzi sugli 80-90 mila nuovi posti di lavoro creati rispetto allo stesso periodo del 2014. Le politiche di incentivo alle assunzioni stabilite a livello nazionale stanno producendo qualche riscontro positivo, anche se le cessazioni, nel periodo, sono comunque un valore negativo – aggiunge Barberio -. Invito la Regione a tener conto di questi dati e a rivalutare la possibilità di rifinanziare gli incentivi alle aziende per le assunzioni previsti dalla legge regionale 18 del 2005, quale ulteriore elemento che va ad aggiungersi agli sgravi contributivi introdotti dal governo centrale con il Jobs Act».