29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Feff 17

Nello spazio Talks del Festival sarà presentato “Il cervello di Alberto Sordi” di Tatti Sanguineti

L’appuntamento, a ingresso libero, è fissato per sabato 2 maggio alle 17.45

UDINE – Rodolfo Sonego, uno dei più grandi sceneggiatori del cinema italiano, diceva (senza distinguere tra generi e caratura) che «il cinema non deve solo farci pensare, ma dovrebbe, prima di ogni cosa, insegnarci a vedere». Anche i 71 titoli del Far East Film Festival 17 insegnano a vedere, vedere cose diverse e lontane, e proprio al Far East Film Festival 17 il grande Tatti Sanguineti – che del FEFF è affezionatissimo amico -presenterà il suo splendido libro su Sonego: «Il cervello di Alberto Sordi» (Adelphi). L’appuntamento è fissato per sabato 2 maggio alle 17.45, nello spazio Talks del Festival (ingresso libero).

Un libro come non se ne leggono

«Il cervello di Alberto Sordi» è un libro sul cinema come abitualmente non se ne leggono, per la semplice ragione che non ne vengono scritti. Parte da lunghe conversazioni fra Tatti Sanguineti e uno dei personaggi forse meno noti, ma più singolari e influenti del cinema italiano nel periodo d'oro: Rodolfo Sonego, sceneggiatore di tutti i film maggiori di Alberto Sordi, dal Vedovo a Una vita difficile allo Scopone scientifico. Ricostruisce, attraverso la rievocazione di volta in volta malinconica, sorridente, abrasiva, feroce di Sonego, molte delle vicende accadute in quell'immane circo le cui attrazioni erano la Mangano, la Lollo o Laura Antonelli, i cui domatori potevano chiamarsi Carlo Ponti o Federico Fellini, e il cui impresario occulto, ben nascosto dietro le quinte, era il suo primo censore: Giulio Andreotti. Lascia intendere come, di qualsiasi viaggio in Italia, una lunga sosta nel cervello di Alberto Sordi continui a essere una tappa estremamente formativa. Ma soprattutto, una battuta dopo l'altra, ci racconta un cinema molto diverso, e molto più sontuoso, di quello che vediamo in sala: una colossale fantasmagoria di aneddoti, chiacchiere a notte fonda in stadi decrescenti di lucidità, fantasticherie su film da fare, sceneggiature per film mai fatti, rulli perduti e fortunosamente ritrovati, scene tagliate e poi, miracolosamente, ricomparse. In altre parole, una meravigliosa riserva di storie, di cui «solo quel cacciatore solitario e ossessionato che è Tatti Sanguineti» sembra conoscere tutti i segreti.