25 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Guerra tra poveri

Afghano ricarica il cellulare in stazione: un senegalese tenta di derubarlo

Del furto si sono accorti gli uomini della Polizia ferroviaria, che hanno riconsegnato l’oggetto al legittimo proprietario. Determinanti si sono rivelate le telecamere all’interno della struttura

TARVISIO – M.I.G. è un ventenne afghano, entrato in Friuli illegalmente e richiedente asilo politico. D.G., invece, 38 anni, è un senegalese che in Italia ci vive da tempo, ma che a suo carico ha diversi precedenti penali. Pochi giorni fa il secondo, approfittando di un momento di riposo del primo (si era appisolato nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Boscoverde) gli ha sfilato il cellulare. Oggetto che l’afghano aveva attaccato a una presa di corrente per ricaricarlo.

Del fatto si sono accorti gli uomini della Polfer, la polizia ferroviaria, che proprio in quei momenti stavano identificando un gruppo di quindici migranti giunti nella stazione di Boscoverde con l’obiettivo di raggiungere Udine e sbrigare le pratiche per l’ottenimento dell’asilo politico.
Gli agenti hanno quasi subito rinvenuto il telefono cellulare oggetto del furto, che il senegalese aveva nascosto nei bagni, in un punto della struttura difficile da notare e da raggiungere.

Fermato l’africano, indicato dal proprietario e da altri suoi connazionali quale probabile autore dei fatti, i poliziotti hanno ricostruito l’accaduto verificando l’esatta dinamica del furto. 
Da un controllo alle telecamere di sorveglianza è emerso con chiarezza come l’autore del furto fosse il cittadino senegalese che, per tale ragione, è stato denunciato in stato di libertà all’autorità giudiziaria.
Superate le barriere linguistiche che si frapponevano al regolare compimento degli atti (la parte offesa non parlava né la lingua italiana, né quella inglese) grazie all’ausilio di un suo connazionale, la Polfer ha riconsegnato il telefono oggetto di furto al cittadino afghano, legittimo proprietario.