19 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Deciderà la Procura

La Giunta delle elezioni grazia Marsilio e Agnola

I due consiglieri del Pd restano al proprio posto in Consiglio regionale. Sdegno da parte di Forza Italia e Movimento 5 Stelle

UDINE – Finisce tutto a ‘tarallucci e vino’. La Giunta delle elezioni ha esaminato le situazioni di incompatibitlità dei consiglieri regionali Enzo Marsilio ed Enio
Agnola (entrambi del Pd), non trovando ragioni per chiedere al Consiglio di esprimersi sulla decadenza dei due amministratori. Per la Giunta, infatti, «le cause di presunta incompatibilità per entrambi i consiglieri sono da ritenersi superate per effetto delle dimissioni esecutive da essi rassegnate relativamente alle cooperative di cui erano componenti del consiglio di amministrazione e presidenti». Una decisione che ha provocato la dura reazione dei consiglieri di Forza Italia e Movimento 5 Stelle.  

La decisione della Giunta
Presieduta da Franco Iacop, la Giunta ha votato a maggioranza la presa d'atto dell'avvenuta rimozione delle cause di incompatibilità che, secondo la legge regionale 21 del 2004, non dà luogo a successive contestazioni da parte del Consiglio regionale. Due i voti contrari. Quello del consigliere Rodolfo Ziberna (Fi), che riteneva necessario investire della questione l'Aula secondo una propria interpretazione della citata legge regionale 21, e quello del consigliere Andrea Ussai (M5S), secondo il quale Marsilio e Agnola non potevano non essere a conoscenza della propria incompatibilità con la carica di consigliere regionale. A favore di Marsilio e Agnola ha votato anche l’ex leghista Claudio Violino.

Lo sdegno di grillini e forzisti
Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Andrea Ussai, ha sottolineato come, consiglieri dell’esperienza di Marsilio e Agnola non potessero non sapere di essere incompatibili. «La Giunta delle elezioni – ha chiarito – in modo pilatesco si è limitata a delegare alla magistratura il compito di valutare le posizioni dal punto di vista penale dei due consiglieri regionali del Pd, chiudendo gli occhi sul conflitto di interesse che in questi anni ha riguardato Marsilio e Agnola».
Una decisione, quella della Giunta delle elezioni, che per il capogruppo di Fi Riccardo Riccardi alimenta il sentimento di antipolitica tra gli elettori. «Qualcuno ancora si stupisce se sempre meno gente va a votare? Con questa scelta hanno ingrassato l'antipolitica, e nessuno proferisca verbo se assisteremo al moltiplicarsi di proteste in piazza e di scene ben più gravi dell'occupazione simbolica di qualche albergo diffuso in montagna. Abbiamo assistito a un atteggiamento politicamente irresponsabile».
Dal gruppo dei Cittadini arriva invece il sostegno ai due consiglieri del Pd: «L'assunzione di una carica amministrativa in associazioni o enti territoriali non può e non deve essere equiparata a un conflitto di interessi. In molti casi, infatti, l'opera può essere prestata alla propria comunità per generosità e per senso di appartenenza».

Sarà la magistratura a decidere
L’affaire Marsilio-Agnola è già arrivata in Procura. Spetterà ai magistrati studiare le carte e stabilire se ci siano gli estremi per un rinvio a giudizio dei due consiglieri e se siano stati compiuti degli illeciti in termini di autofinanziamento delle società da essi presiedute. La politica, in questo caso, ha preferito non decidere.