«La scabbia non rappresenta un pericolo per la popolazione del Fvg»
La presa di posizione arriva dall’Azienda ospedaliera, che ribadisce come il contagio non avvenga con una stretta di mano o un abbraccio. Una patologia che, normalmente, fa registrare 10-15 casi all’anno in Friuli. Tra i profughi 20 quelli colpiti fin’ora
UDINE – I migranti sparsi per Udine sono più di 650, 200 dei quali vagano senza meta tra parchi cittadini, edifici dismessi e aiuole. Alcuni di loro, nei giorni scorsi, hanno manifestato i sintomi della scabbia, ma per Azienda ospedaliera e assessore regionale alla Salute non c’è alcun motivo di preoccuparsi. I rischi di contagio, per la popolazione locale, sono davvero limitati. Fin’ora sono stati una ventina i profughi colpiti da questa infezione dall’inizio dell’emergenza.
Si trasmette solo con un contatto prolungato
A gettare acqua sul fuoco su una situazione già difficile per l’incapacità di gestire i continui afflussi via terra di migranti, è l’Azienda ospedaliera di Udine. «La scabbia – si legge in un comunicato – è una ectoparassitosi (cioè infestazione determinata da un parassita che si diffonde per vie esterne), la quale si trasmette esclusivamente per contatto prolungato e diretto pelle-a-pelle con le lesioni di una persona che ha la scabbia. Una stretta di mano o un abbraccio rapido non diffondono la scabbia: negli adulti può essere acquisita con contatto sessuale».
Più facile la diffusione in condizioni di affollamento, quando la vicinanza corpo-pelle è prolungata. Un’infezione che, normalmente, fa registrare 10-15 casi all’anno in Friuli.
Una ventina i casi tra i migranti presenti a Udine
I casi di scabbia identificati tra i migranti di Udine dal mese di maggio sono stati 8 in un primo gruppo di 80 persone ospitate alla Cavarzerani (si tratta del gruppo successivamente trasferito in altre regioni), subito dopo l'installazione delle tende. Nei giorni scorsi due medici e due assistenti sanitari hanno visitato 140 persone ospiti nella caserma per completare il percorso sanitario ed è stato rilevato un solo caso di sospetta scabbia, trattato. Altri casi isolati, non più di una decina, sono stati rilevati nel corso degli ultimi 3/4 mesi in soggetti migranti, tutti trattati.
Niente allarmismo
L’Azienda sottolinea come, in questa fase, ogni tipo di allarmismo da parte di cittadini e media sia ingiustificato. Detto questo, però, precisa come le condizioni igieniche che caratterizzano i luoghi di accoglienza siano determinanti per evitare che l’infezione possa propagarsi.
Usa toni rassicuranti anche l’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca. «I profughi che giungono nella nostra regione – afferma - sono visitati e quindi monitorati per verificarne le condizioni di salute, sia riguardo alla scabbia che a qualsiasi eventuale altra patologia».
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