29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Polemiche in Friuli

Alberghi Diffusi: osteggiati da Federalberghi e Confcommercio, difesi dalle Cooperative

Dopo il caso Marsilio, i vertici di categoria, Marini e Schneider, denunciano poca chiarezza nella forma di B&B. Ma il presidente dell'Associzione Cooperagtive Friulane Sialino difende questo tipo di ricettività alternativa, che nel 2014 ha ottenuto oltre 41 mila presenze

UDINE - Ce l’avevano dentro da tempo. Un vero e proprio risentimento nei confronti di quella formula di ricettività che tanto successo ha riscosso negli ultimi anni. Hanno atteso che l’affaire Marsilio facesse tornare alla ribalta il sistema dei finanziamenti agli Alberghi diffusi per uscire allo scoperto. Si tratta di Confcommercio, e del suo responsabile per il Turismo, Edoardo Marini, nonché di Federalberghi, con la presidente regionale Paola Schneider. Troppe le risorse concesse a questa ricettività extra alberghiera, e troppo pochi quelli che rispettano le regole fino in fondo. Almeno stando alle loro parole. A difendere il ‘sistema’ degli Albeghi diffusi ci pensa il numero uno dell’Associazione delle Cooperative Friulane, Flavio Sialino.

Accusa e difesa a confronto
Marini e Schneider hanno puntato il dito contro l’abitudine (in aumento) di comprare un appartamento, magari all’asta, a pochi soldi, trasformandolo in B&B. Almeno sulla carta. Perché questa formula di ricettività prevede regole precise: una su tutte, il fatto che sia il luogo di residenza del proprietario. Circostanza che, almmno per Confcommercio e Federalberghi, non sempre accade. Finendo per far diventare i B&B semplici contenitori di soldi pubblici.
Ma Sialino respinge le accuse, ritenendo sbagliata, in particolare, l’idea che i B&B rappresentino «semplici beneficiari di contributi». «Nel 2012 - precisa - i 10 Alberghi diffusi in forma cooperativa hanno fatturato nel loro complesso 1,4 milioni di euro. Anno dopo anno sono aumentati le presenze in ciascuno degli Alberghi diffusi. Insomma – sottolinea ancora Sialino - producono valore aggiunto per la montagna friulana, contribuiscono a sviluppare altre attività, a mantenere vivi i centri minori e portare i turisti a scoprire luoghi altrimenti sconosciuti del nostro territorio. Con serenità - conclude - va ammesso che gli alberghi diffusi hanno effettivamente consentito di perseguire con successo questi obiettivi laddove le strutture ricettive tradizionali erano assenti o non vi erano investitori interessati a intervenire in località delle nostre montagne che spesso sono isolate».

Nessuna concorrenza con il sistema alberghiero
Per l’Associazione delle Cooperative Friulane, gli Alberghi diffusi non sono da ritenere come una forma di ricettività in concorrenza o in contrapposizione agli alberghi tradizionali: «Le 19 strutture attive censite in regione - chiarisce il sodalizio - fanno parte di un movimento diffuso sull’intero territorio nazionale con oltre 80 strutture, che ha contribuito, anzi, a intercettare le nuove tendenze del turismo ‘slow’ anche a beneficio della nostra regione costituendone una significativa peculiarità: non a caso le presenze hanno registrato nel 2014 una crescita del 7,44% rispetto all’anno precedente a quota 43.726 pernottamenti, in controtendenza sul dato del turismo regionale».