27 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Presentato lo studio

Indagine della Cisl: nei Comuni piccoli costi pro capite più alti

Lo rivela un’indagine inedita del sindacato nazionale sul Friuli Venezia Giulia. Risparmi ed efficienza garantiti solo dalle grandi dimensioni. Da qui l’appello ai sindaci: «Occorre mettersi assieme senza esitazioni»

UDINE - Piccolo è bello, ma anche no, soprattutto se sul ‘banco degli imputati’ ci sono efficienza e costi: quella dei servizi e quelli che i cittadini devono sostenere per garantirseli.
A rivelare che è meglio puntare sulle più ampie dimensioni, è un’indagine realizzata dal dipartimento studi nazionale della Cisl, che la Cisl Alto Friuli ha voluto portare come contributo al dibattito in corso in regione. In sostanza, emerge dal report, i piccolissimi comuni del Fvg, pur non essendo particolarmente inefficienti, presentano costi procapite assolutamente elevati. Come a dire, spese per i cittadini ben diverse da quelle sostenute dai residenti di altri municipi.

Questione di numeri
E’ così che, ad esempio, emerge come nei comuni fino a 2 mila abitanti, l’ammontare procapite dell’Imu si aggiri attorno ai 150 euro contro i 250/300 delle amministrazioni più piccole, oppure che la tassa sulla raccolta dei rifiuti presenti un range anche superiore ai 25 euro a testa. Sempre dati alla mano, sono sorprendenti i perimetri del risparmio ottenibili aumentando le dimensioni del territorio di riferimento. Esemplifica Filippo Elba, curatore della ricerca: «Se consideriamo la voce polizia municipale, i livelli maggiori di virtuosità si riscontrano nei comuni con popolazione compresa tra i 1.000 e 2.500 abitanti, con un’efficienza complessiva pari a 0,842 e di 0,878 sotto il profilo amministrativo, e un costo procapite di 26 euro. Se questi comuni fossero massimamente efficaci dal punto di vista amministrativo, sarebbero in grado di abbassare il costo a 23 euro, cifra che scenderebbe addirittura a 20 euro nel caso dei municipi fino a 5.000 abitanti».
Giocando, dunque, con le proiezioni, se è vero che a oggi, e a condizioni date, i comuni più efficienti sono quelli con popolazione tra i 1.000 e 2.500 abitanti, sono quelli sopra a 5 mila ad avere le maggiori potenzialità in termini di risparmio per i cittadini e quelli tra i 10.000 e i 50.000 a garantire meno spese nei residenti per le voci della viabilità, dell’illuminazione e della raccolta rifiuti.

Il messaggio alla politica
Di qui l’appello forte della Cisl ai sindaci. «Occorre mettersi assieme senza esitazioni», sollecita il segretario generale della Cisl Fvg, Giovanni Fania, ponendo l’accento sulla questione dei risparmi necessari per le famiglie e sull’efficienza dei servizi che vanno comunque garantiti su tutto il territorio. «E’ chiaro che in questo senso, la riforma delle Uti può rappresentare una grande opportunità, una volta sciolti alcuni nodi, potendo anche contare su strumenti preziosi come quello del Comparto Unico per quanto riguarda la gestione del personale».
Il segretario generale della Cisl Alto Friuli, Franco Colautti, chiede l’apertura immediata di un tavolo di trattativa dove discutere congiuntamente di riforma delle Uti e personale, ma anche dove trovare soluzioni alle molte questioni ancora aperte rispetto alle Unioni. Così, ad esempio, la congruità delle stesse Uti con i distretti e ambiti socio-sanitari; così i perimetri dei consorzi, con un occhio di particolare attenzione al territorio della montagna con il ruolo in divenire di Cipaf e Cosint; così ancora la questione, sempre rapportata alle nuove Uti, degli ambiti dei cluster e dei distretti scolatici, ma anche della giustizia con la soppressione del tribunale di Tolmezzo.