16 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Innovazione

Lotta biologica alla piralide con il drone ‘made in Friuli’

La nuova tecnologia sorvola i campi di mais a 40 chilometri allora e lancia ovetti di cellulosa che contengono uova di trichogramma. Il sistema è stato ideato dalla Adron Technology di Udine

UDINE – La piralide è uno degli ‘incubi’ che assilla i coltivatori di mais, soprattutto nelle regioni del Nord Italia. La soluzione per sconfiggere questo lepidottero nocivo, arriva dal Friuli. Si tratta di un drone, ideato e progettato da Adron Technology di Udine, una società tutta friulana, che ha sviluppato una soluzione per attaccare la piralide con un antagonista biologico, il trichogramma. Tra pochi giorni ci sarà il debutto di questo innovativo sistema, con il trattamento dei primi 5.000 ettari nel Mantovano e in Piemonte.

Come funziona il drone ‘made in Friuli’
Alla velocità di 40 chilometri all’ora (ma arriva a 70 quanto torna a ‘casa’), il drone sorvola i campi di mais e lancia a terra degli ovetti di cellulosa che contengono uova di trichogramma, insetto che stermina la piralide secondo il principio della lotta biologica. «I costi per ettaro trattato – spiega Davide Cuttini della Adron – sono equivalenti a quelli per i metodi tradizionali, ma non c’è abbattimento di piante, non c’è la messa a terra di tubi e strutture e, quel che è più conta, non c’è alcun impatto ambientale».
Il drone della Adron Technology costa meno di 20.000 euro, equipaggiato di tutto punto. Ma per pilotarlo occorre avere un patentino. Per questo l’azienda dà la possibilità di usufruire anche solo del servizio, senza l'obbligo di acquisto.

La presentazione in Consorzio
Il drone, in grado di trattare 5 ettari in 5 minuti, è stato presentato nella sede del Consorzio Agrario del Fvg a Basiliano. «L’innovazione in agricoltura – ha detto il direttore del Consorzio Agrario Elsa Bigai, annunciando che il Consorzio Agrario è in grado di offrire questo servizio a prezzi convenzionati ai propri  clienti – passa anche attraverso i droni e grazie ad essi, attraverso la lotta biologica alla piralide del mais». Gli ha fatto eco il il presidente del Consorzio Agrario Dario Ermacora: «Le muove tecnologie – ha aggiunto – dimostrano che ci sono sempre meno motivi per voler seminare Ogm e che possiamo produrre meglio senza sconvolgere l’eco-sistema».