20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
In Friuli

Vendevano falsi San Daniele: 9 indagati

Le indagini sono scattate tre anni fa, dopo la scoperta di nitrati all’interno di alcune vaschette di prosciutto in un supermercato, sostanze incompatibili con il disciplinare di produzione della dop

SAN DANIELE - Sostituivano i prosciutti di San Daniele, approfittando dell’assenza degli ispettori di controllo di qualità, con prodotti nazionali ed esteri che poi marchiavano con falsi timbri a fuoco San Daniele Dop. I pezzi di prosciutto venivano venduti come pregiati San Daniele mentre le cosce originali venivano piazzate sul mercato nero.
Nove persone sono finite iscritte sul registro degli indagati della Procura di Udine nell'ambito di una maxi inchiesta per frode in commercio e truffa, relativa al periodo 2011-2013.

Le indagini sono scattate tre anni fa, dopo la scoperta di nitrati all’interno di alcune vaschette di prosciutto in un supermercato, sostanze incompatibili con il disciplinare di produzione della dop. E così l’attenzione degli investigatori si è rivolta sui titolari di una ditta di San Daniele del Friuli, la «Marini salumi srl», specializzata nella lavorazione del prosciutto crudo.

A finire nel registro degli indagati della Procura di Udine sono presidente, vicepresidente e amministratore dell'azienda, Sisto, Antonella e Leonardo Marini, alcuni imprenditori di Parma e Mantova (Emanuele Coppellotti, Monica Fiori, e Riccardo Anselmi), il dirigente veterinario dell'Ass 4 Medio Friuli Mario Paiani, due dipendenti dell'Ineq, Istituto Nord Est Qualità, Elena Presello e Claudio Querini.