18 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Scontro tra Comuni e Regione

I sindaci 'dissidenti' fanno commissariare la 'Grande Udine'

Al via le azioni di 'guerriglia' istituzionale per rallentare il percorso della riforma. Il voto contrario di Pagnacco, Martignacco, Pasian di Prato e Pavia di Udine non fa approvare lo statuto. Ora sarà nominato un commissario

UDINE – Comincia in salita il percorso verso la nascita delle Uti, le Unioni territoriali intercomunali cardine della riforma degli enti locali. Come se non bastasse il ricorso al Tar sottoscritto da 58 Comuni, sono cominciate le azioni di ‘guerriglia’ istituzionale, con i sindaci dissidenti che hanno preferito non votare lo statuto dell'Uti causandone il commissariamento. E’ quanto successo per l’Unione del Friuli centrale (anche detta ‘Grande Udine’), che comprende i Comuni di Campoformido, Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato, Pozzuolo del Friuli, Pradamano, Tavagnacco, Pavia di Udine, Udine. Martedì avrebbe dovuto essere approvato lo statuto, ma il voto contrario dei primi cittadini di Pagnacco, Martignacco, Pasian di Prato e Pavia di Udine ha fatto saltare tutto. E certamente non sarà l’unica Uti a essere commissariata.

Un voto politico
Inutile dire che la riforma nasce con l’insoddisfazione dei sindaci. E non soltanto di quelli che hanno sottoscritto il ricorso al Tar. Molti, infatti, imputano all’assessore Paolo Panontin una scarsa concertazione con le autonomie locali, oltre al fatto di aver imposto delle aggregazioni che, in alcuni casi, poco si sposano con le caratteristiche peculiari e storiche dei diversi territori. Una posizione istituzionale che piano piano ha assunto contorni sempre più politici, con un vero e proprio muro contro muro venutosi a creare tra sindaci e Regione che ora toccherà al Tar del Fvg abbattere.
Questo il commento del sindaco Honsell in merito alla mancata approvazione dello statuto, per cui non è bastata la maggioranza semplice raggiunta grazie al voto dei Comuni di Udine, Pradamano, Pozzuolo, Campoformido e Tavagnacco. «Questo statuto testimonia la massima disponibilità di Udine a raggiungere l'obiettivo e a mitigare gli eventuali squilibri delle votazioni nel rispetto di alcuni principi generali. Spero quindi che possa essere approvato al più presto a vantaggio non solo dei cittadini di Udine, ma di tutti i Comuni coinvolti». Conclude Honsell: «Voglio esprimere l'apprezzamento per il lavoro fatto in questi mesi dai tecnici, dai segretari comunali e dai sindaci – prosegue – e spero che l'attività dell'Uti possa proseguire all'insegna dell'apertura e della collaborazione».

L’amarezza di Maiarelli (Tavagnacco)
E’ un commento amaro quello che il sindaco di Tavagnacco, Gianluca Maiarelli, posta su Facebook. «Uno stop prevedibile ma che purtroppo, anche solo temporaneamente, vanifica il lavoro fatto in questi mesi da sindaci, assessori e consiglieri comunali dei diversi Comuni. Ovviamente il passaggio a vuoto è stato determinato dal ricorso che alcune amministrazioni hanno rivolto al Tar e dalla conseguente loro volontà di non partecipare e ‘boicottare’ tutti i passaggi di avvio della riforma. Una scelta legittima, ma che di fatto metterà nelle condizioni la magistratura di poter decidere se una svolta così importante potrà essere avviata o meno».
Maiarelli è certo che ormai non si possa più tornare indietro: «La legge non è perfetta e dovrà essere migliorata in vari aspetti, ma il percorso avviato è inevitabile e necessario. La scelta di accorpare alcuni servizi, garantendo le eccellenze e le buone pratiche, ma anche utilizzando i vantaggi legati alle economie di scala – chiosa – non può essere messa in discussione, così come la necessità di cominciare a intraprendere politiche strategiche di area vasta che permettano al sistema territoriale udinese di essere realmente competitivo e attrattivo».