27 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Emergenza immigrazione

Riecco i controlli al confine tra Austria e Italia. La Regione invita alla calma

Per l'assessore Torrenti «non risulta ai nostri confini alcuna pressione. La situazione in Slovenia è al momento ordinata». Ma l'Austria schiera esercito e polizia (in determinate fasce orarie anche a Coccau)

UDINE – L’Austria non vuole farsi cogliere impreparata dal massiccio arrivo di profughi sulla rotta balcanica. E così ha spedito polizia ed esercito a presidiare i confini con l’Ungheria, la Slovenia e, da qualche giorno, l’Italia. Per ora gli sforzi si concentrano nelle zone di Loibl e delle Caravanche, ma controlli a campione sono ricominciati anche a Coccau, anche se non con continuità.

Ancora non si ha certezza sui numeri degli arrivi: molto dipende da quello che faranno gli altri Pesi europei: Ungheria, Germania, Serbia, Croazia, Austria. Certo che, visti i numeri (si parla di migliaia di profughi pronti a mettersi in marcia verso l’Italia, e oltre 6 mila già arrivati in Austria) il valico di Coccau potrebbe essere passaggio obbligato per i migranti.

Per ora l’assessore regionale Gianni Torrenti getta acqua sul fuoco. «Non risulta ai nostri confini alcuna pressione. La situazione in Slovenia è al momento ordinata – riferisce Torrenti - mentre dalla Croazia e dalla Serbia i profughi continuano a muoversi sulle rotte che portano a Nord, verso Ungheria e Austria».
Torrenti è ottimista sul buon esito della vicenda: «Quale corretta misura precauzionale - prosegue Torrenti – sono state comunque significativamente incrementate le forze di polizia ai confini, con l'invio di rinforzi da parte del Viminale. Il monitoraggio da parte di tutte le Autorità è continuo e capillare – assicura - anche se tutto lascia supporre che la situazione non dovrebbe subire grandi modifiche fino al Consiglio europeo del prossimo 23 settembre, che dovrebbe avere all'ordine del giorno l'esame di nuove modalità di gestione dei transiti e – conclude l'assessore - delle richieste di asilo».