28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
La protesta

«Sulle barricate con i sindaci per salvare le Poste di montagna»

Franco Colautti, segretario della Cisl Alto Friuli dà il proprio sostegno al nuovo tentativo di pressing dei 45 primi cittadini delle Province di Udine e Pordenone contro la chiusura di uffici e presidi territoriali

TOLMEZZO - «Nella battaglia per la salvaguardia del servizio postale anche noi ci torniamo a schierare a fianco dei sindaci della montagna e della pedemontana friulana». Franco Colautti, segretario della Cisl Alto Friuli dà il proprio sostegno al nuovo tentativo di pressing dei 45 primi cittadini delle Province di Udine e Pordenone che questo venerdì si incontreranno con i vertici di Poste Italiane a Tolmezzo. Una battaglia che ha già incassato l’appoggio dell’Anci Fvg.

«Pur la partita sia complicatissima, memori delle battaglie del passato – ricorda Colautti – non intendiamo lasciare nulla di intentato e crediamo che solo con una compattezza territoriale il più ampia e trasversale possibile, come nel caso recentissimo dell’incontro di sabato scorso per Coopca ad Amaro, si possa portare a casa dei risultati. E’ inaccettabile – attacca ancora il segretario – che si continui a mettere il coltello nella piaga di un territorio che ha già dato anche troppo in termini di servizi persi, e non mi riferisco solo a quelli postali. Ricordiamo che proprio nel marzo scorso dalla ricognizione effettuata dal nostro sindacato attraverso il documento ‘SOS Servizi in Alto Friuli’ era emerso come gli sportelli postali all’interno del Comprensorio di riferimento fossero calati dal 2010 a oggi di ben 17 unità (da 91 a 74, -19% comprendendo anche gli ultimi annunci); ben più pesante la percentuale di razionalizzazioni di orari e giornate d’apertura (28 quelli via via interessati, pari al 31% del totale)».

Già nel 2010 la Cisl Alto Friuli si fece promotrice di una raccolta firme (circa 3.800 alle quali mai nessuno ha risposto) mentre nel 2012 con una forte azione di pressing assieme alla Slp Cisl Fvg si riuscì a limitare i danni. Eppure scientificamente si torna a calare la scure, vedi ora con la consegna della corrispondenza a giorni alterni.
«Così com’è successo con il caso di Buja – conclude Colautti – auspichiamo inoltre che il Tar possa dare ragione pure sui prossimi ricorsi presentati dalle 12 amministrazioni comunali del Fvg relativamente all’ultimo piano di chiusure e razionalizzazioni, così come continueremo a monitorare con attenzione gli altri pronunciamenti che arriveranno da tutta Italia».