20 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Gli sconti attivati nel 1996

Bonus benzina si, o bonus benzina no? Politica e categorie si dividono

Il bonus benzina non funziona più. O meglio, non come una volta. Lo sa bene la Regione, che sta pensando al da farsi dopo il mese di luglio, quando i benefici della benzina agevolata termineranno. Ma non tutti sono favorevoli a

UDINE – Il bonus benzina non funziona più. O meglio, non come una volta. Lo sa bene la Regione, che sta pensando al da farsi dopo il mese di luglio, quando i benefici della benzina agevolata termineranno. Lo sanno anche gli automobilisti, che vedono scendere di più lo sconto sui carburanti e preferiscono recarsi oltre confine (soprattutto in Austria, dove il gasolio supera di pochi centesimi quota 1 euro), dove la convenienza è davvero consistente. Non tutti però approvano: la Confcommercio Figisc, ad esempio, che lanciando l’allarme occupazione per gli addetti alle pompe di benzina, mette in evidenza come i 56 milioni stanziati dalla Regione per il bonus rientrino sotto forma di entrate tributarie, arginando, in parte, il fenomeno del ‘pieno’ oltreconfine. A favore del superamento del bonus c’è Sel e Ar, poco convinte, invece, le Cciaa del Fvg.

Una tema che divide, anche a livello politico
La benzina agevolata esiste in Fvg dal 1996 e oggi vale tra i 14 e i 21 centesimi per la benzina, tra i 9 e i 14 per il gasolio.  Sconti che non garantiscono prezzi alla pompa in grado di concorrere non solo con Austria e Slovenia, ma nemmeno con il vicino Veneto.
«Abbiamo posto la questione di una exit strategy – chiariscono o segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Fvg, Franco Belci, Giovanni Fania, Giacinto Menis - che consenta, con gli approfondimenti e la gradualità necessaria, di evitare che i contraccolpi avvengano in maniera secca creando all’improvviso una nuova sacca di disoccupazione».
Dal canto suo, Marco Duriavig, coordinatore regionale di Sel, precisa: «Lo sconto carburanti non genera più vantaggi alla maggior parte dei cittadini, è evidente. Come dimostrato dai numeri, infatti, il bonus non crea più condizioni di convenienza sostanziale, visto che spesso il prezzo alle pompe del Fvg è paragonabile, se non maggiore, al Veneto o alla Slovenia. Per questo non ha senso mantenerlo. Chi lo difende non coglie la realtà delle cose e assume un atteggiamento conservatore».

Le tre proposte di Autonomia Responsabile
Sul tema intervengono anche il presidente e il vice presidente del Gruppo di Autonomia Responsabile in Consiglio Regionale Fvg, Renzo Tondo e Roberto Revelant. «Bisogna rendersi conto che l'evoluzione economica e sociale non può essere affrontata con staticità e lentezza, e non si può essere ancorati a processi non attuali, ed è evidente che non si può continuare a fare le stesse cose semplicemente perché le abbiamo sempre fatte». Detto questo, gli esponenti di Ar lanciano tre proposte per superare il bonus benzina: convincere le case madri dei carburanti a versare le imposte in Fvg invece di versarle presso la propria sede legale (in questo modo la Regione avrebbe risorse tali da poter applicare uno sconto davvero competitivo), modificare la legge di riferimento, utilizzare i risparmi derivanti dalla mancata proroga del bonus per risollevare le sorti del comparto edile.

La posizione delle Camere di Commercio
I presidenti delle Camere di Commercio di Udine, Gorizia e Trieste, tutte e tre con territori di confine, condividono la scelta di mantenere lo sconto carburanti. Il comparto, nelle tre province confinarie che si confrontano quotidianamente con la concorrenza slovena e austriaca, consta di 330 impianti. Da una stima fornita dalle associazioni di categoria in ogni struttura, oltre al titolare, sono occupate in media 2,5-3 persone: da un semplice calcolo si comprende l’entità occupazionale - oltre 1000 addetti solo nelle tre province, senza contare l'indotto -, alla quale vanno sommati i dipendenti camerali che si occupano specificamente della gestione delle pratiche relative ai contingenti della benzina regionale - poco più di una decina fra Trieste (3), Gorizia (3) Udine (5). Nei distributori del territorio, peraltro, sono occupati dipendenti non apparenti a nessun sindacato, che vanno tutelati assieme alle loro famiglie, all’indotto che viene generato e al conseguente gettito per le casse dello Stato e della Regione in termini di accise e Iva versata, che portano sostanzialmente a pareggio l'intera operazione carburante agevolato, tra spesa e ricavi.