29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
La polemica

Moretton attacca Serracchiani sulle nomine in Regione

L'ex vicepresidente della Regione Fvg ed ex Pd critica la scelta dell’attuale governatrice di aver chiamato persone non friulane ai posti di comando della macchina regionale

UDINE – Uscito dal Pd nel 2013, sbattendo la porta, ogni tanto gli piace ‘spiare’ dalla finestra per vedere ciò che accade nel suo vecchio partito, e ‘riprendere’  la governatrice Debora Serracchiani per il suo modo di fare politica e di amministrare il Fvg.
Gianfranco Moretton, ex vicepresidente della giunta Illy ed ex capogruppo del Pd, critica la scelta dell’attuale governatrice di aver nominato persone non friulane ai posti di comando della macchina regionale.
«La presidente del Fvg, in questo suo mandato – afferma Moretton – non ha tenuto molto in conto il livello della dirigenza di vertice della Regione ove è stata eletta. Le nomine effettuate – aggiunge – sembrano indicare una sofferenza di identità della presidente, forse in ragione di un agire più da vicesegretario del Partito Democratico che da capo dell'esecutivo regionale».

Moretton fa l’elenco di quelli che definisce ‘visitors’ portati in Fvg da Serracchiani: i veneti Marcolongo (direttore centrale della Salute), Pilati (direttore Ass2), Benetollo (direttore Ass3), D’Agostino (presidente Autorità Portuale Ts), Scannapieco (direttore generale Burlo Ts), i liguri Castagna (ad Autovie Venete), Giovannetti (direttore centrale Ambiente), i lombardi Rossini (commissario Consorzio Aussa Corno) e Marchesi (direttore generale Arpa Fvg), gli emiliani Finardi (direttore generale della Regione Fvg) e Umbertini (direttore genetale del Cro di Aviano), il campano Consalvo (direttore Aeroporto Ronchi dei Legionari) e il trentino Moser (direttore generale Friulia).

«Tutti professionisti preparatissimi e motivatissimi – chiosa Moretton –. Ma, veramente in Friuli Venezia Giulia non c'erano manager con comprovate professionalità ed esperienze in grado di ricoprire tali vertici direzionali oppure il motivo è altro?».