28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Giovedì 10 dicembre, alle 21

Andrea Centazzo al Visionario con “La musica immaginata”

Il celebre compositore presenterà il nuovo progetto multimediale anctuary (prima italiana) e lo storico video-film Tiare. Le prevendite sono attive

UDINE – Compositore. Percussionista di culto («the game changer», secondo l’autorevole Drum Magazine). Musicologo. Pioniere multimediale. Alchimista delle contaminazioni. Uno, nessuno e centomila (l’Università di Bologna gli ha dedicato una sezione permanente della biblioteca). Udinese per nascita, apolide per vocazione e cittadino americano per meriti artistici. Stiamo parlando di Andrea Centazzo che il prossimo 10 dicembre, dalle 21, sarà protagonista al Visionario con «La musica immaginata»: un imperdibile esclusivo evento live realizzato in collaborazione con il CEC. Le prevendite sono attive alla cassa del Visionario.

Che cos’è «La musica immaginata»?
È un doppio viaggio sonoro e visivo che si aprirà con la prima italiana di Sanctuary (il debutto in Missouri, due mesi fa, al festival di Saint Louis) e si chiuderà con Tiare, il pluripremiato video-film del 1984. Da un lato, dunque, l’Estremo Oriente, l’affascinante Far East della spiritualità e dei rituali (con mille rappresentazioni del Buddha girate e montate da Centazzo in Cina, Indonesia, Vietnam e Giappone), dall’altro il Friuli, l’incantato Friuli di un tempo, con un’opera che anticipava (assieme al monumentale Koyaanisqatsi di Reggio e Glass) lafusione narrativa di musica e immagini. Tiare vinse tutti i principali festival di categoria, da Tokyo a Parigi, da Varsavia fino a Los Angeles, ma sorprendentemente non venne mai presentato in Friuli. Alcune proiezioni private qui e là, niente di ufficiale, mentre le televisioni di mezza Europa e del Giappone lo trasmettevano in versione integrale nonostante la qualità non broadcast.     

Un instancabile pioniere
Racconta Centazzo: «È passata una vita dal giorno in cui, emozionato, presi in mano la telecamera: primitiva e pesantissima! L’avevo comprata facendo debiti, visto che costava come un appartamento, ma stavo scommettendo sul mio domani». È passata una vita, sì, e la multimedialità è diventata un patrimonio comune (tra usi e abusi). Un patrimonio di cui Centazzo rimane instancabile pioniere, come appunto dimostrano l’attesissima prima di Sanctuary e tantissimi altri progetti. Le partnership con Nasa, Caltech e Ligo, per esempio, che hanno dato vita ad avventure importanti come Einstein's Cosmic Messengers e adesso proseguono con il nuovo show Tides of Gravity (per il centenario della teoria generale della relatività di Einstein). Oppure la partnership con l’Adler Planetarium di Chicago, di cui Centazzo è stato composer in residence, che ha fruttato due colonne sonore per orchestra sinfonica di cui una con Uma Thurman come voce narrante.