28 marzo 2024
Aggiornato 14:30
Solidarietà da parte della Cisl

Sciopero a oltranza alla Weisselfels di Fusine

La protesta nasce dal fatto che il 9 dicembre scadrà l’affitto del ramo d’azienda preso in carico da Pewag. C'è la paura che in vista di quella data si voglia smantellare l'attività trasferendo altrove i macchinari migliori

TARVISIO – Non c’è pace per la Weissenfels di Fusine. Dalla mattinata di venerdì è scattato uno sciopero a oltranza degli 86 lavoratori delle ex acciaierie, preoccupati per la disposizione data dalla proprietà (la Pewag) di trasferire altrove una parte dei macchinari. «La Cisl Alto Friuli si schiera al fianco dei lavoratori della Weissenfels di Fusine in sciopero dopo la richiesta dei vertici dell’azienda di smobilitare alcuni attrezzaggi delle linee di produzione di catene». Così il segretario del sindacato Franco Colautti commenta l’azione sindacale intrapresa da parte dei lavoratori del sito produttivo tarvisiano affiancati dalle segreterie di Fiom e Fim.

La protesta nasce dal fatto che il 9 dicembre scadrà l’affitto del ramo d’azienda preso in carico da Pewag. Quest’ultimo dovrà quindi riconsegnare le chiavi dello stabilimenti di Fusine in attesa dell’asta bandita dalla curatela fallimentare. Atto necessario per definire la cessione definitiva dell’azienda dopo la dichiarazione di fallimenti da parte del Tribunale di Udine. Il sospetto è che sia in corso uno smantellamento dei ‘pezzi’ migliori della fabbrica in virtù dell’incertezza legata all’esito dell’asta.

«Come sostengono giustamente i dipendenti questa richiesta palesa indirizzi dirigenziali che di certo non possono lasciar dormire sonni tranquilli – aggiunge Colautti – e già nel passato lo stabilimento ha subito sin troppe crisi. Occorre dunque mettere in atto tutte le forme di mobilitazione possibili, utili a far mantenere funzionale questa realtà, l’unica ormai rimasta a livello industriale nel territorio della Valcanale e prossima ad aessere interessata ad un’asta per la vendita dell’attività aziendale».