20 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Si può firmare su change.org

Una petizione on line per salvare il frico

L’iniziativa, sostenuta dal Diario di Udine, nasce da un imprenditore friulano che vuole tutelare il frico da ‘minacce’ estere.

UDINE - Il frico? E’ un marchio di proprietà di una società olandese. Dopo il Tocai, il Friuli rischia di vedersi scippare anche il piatto tipico per antonomasia. A lanciare l’allarme è un imprenditore friulano, che dopo aver registrato in Italia il marchio ‘Frico di Carpacco’ ha tentato di commercializzarlo all’estero. Ha quindi chiesto di estendere la registrazione a livello europeo, ma ha ricevuto la diffida di una delle più grandi cooperative casearie del mondo, con sede principale proprio in Olanda. Una realtà che commercializza in tutto il mondo formaggi chiamati appunto Frico, e che, proprio per questo, ha depositato il marchio per impedire ad altri di vendere prodotti alimentari con questo nome.
La vendita della pietanza tipica friulana, quindi, è obbligata a restare ‘limitata’ all’Italia se non solo al Friuli.

Il frico rischia di diventare un'esclusiva olandese?
L’imprenditore in questione si chiama Giovanni Del Missier, e ha deciso di uscire allo scoperto per rendere nota una situazione che, a suo modo di vedere, mette a rischio la sopravvivenza stessa del piatto tipico di tutti i friulani.
«La società olandese mi ha formalmente diffidato dall'utilizzo del mio marchio, avviando una procedura di opposizione e asserendo che la denominazione ‘Frico’ non può essere utilizzata da nessuno in ragione del marchio registrato da tempo, con un utilizzo avviato già nel 1898».La questione era già venuta a galla qualche anno fa e aveva visto protagonista un altro imprenditore del frico, Franco Savio.  Questa volta, però, Del Missier ha voluto andare oltre, diventando il primo firmatario di una petizione online a difesa del frico come prodotto tipico friulano. Il Diario di Udine ha accettato la sfida, decidendo di appoggiare in questa battaglia l’imprenditore friulano.

C'è una petizione per chiedere il marchio Dop
Da oggi infatti, sul sito e sui canali social del Diario di Udine (anche all’indirizzo internet www.change.org), si potrà trovare il link per aderire alla petizione e salvare così il frico friulano, chiedendone la tutela.
«Questa vicenda che non può passare sottotraccia – aggiunge Del Missier –. Non voglio difendere il mio marchio e la mia azienda, ma una denominazione che riguarda tutti i friulani».
La petizione si pone l’obiettivo di sensibilizzare la Regione e la presidente Debora Serracchiani a fare in modo che il frico venga difeso da possibili ‘attacchi’ esteri, garantendo così a tutti i friulani di poter vantare il nome frico non solo nel presente ma anche in futuro.  In che modo? Ottenendo il marchio Dop per il frico, la denominazione di origine protetta, concessa dall’Ue a quegli alimenti le cui caratteristiche peculiari dipendono dal territorio in cui sono stati prodotti.