28 marzo 2024
Aggiornato 20:00
Già sparite 200 attività in regione

Allevatori Fvg troppo indebitati: chiesta una moratoria

La proposta arriva dal presidente dell’Associazione Allevatori del Fvg Renzo Livoni. Solo in questo modo si salverebbero un centinaio di imprese. «Occorre trovare una soluzione e fare presto», ha spiegato

UDINE - «La crisi dei mercati, la riduzione dei consumi, il termine del regime delle quote latte e una etichettatura ancora incompleta hanno messo, come previsto, in ginocchio la zootecnica del Fvg. In Pochi anni le aziende con vacche da latte in Fvg sono passate dal migliaio a poco più di 800, e le migliori di esse, quelle che hanno investito risorse per ingrandirsi, ammodernarsi, diventare più efficienti, si sono fortemente indebitate. Per questo occorre una moratoria sui debiti bancari degli allevatori». Lo chiede con forza il presidente dell’Associazione Allevatori del Fvg Renzo Livoni, spiegando che dovrebbero essere un  centinaio le imprese zootecniche del Fvg che hanno sottoscritto mutui pesanti (dal milione e al milione e mezzo di euro) e non sono in grado di onorare più le rate. «Se non vogliamo perdere anche queste  imprese – ha detto Livoni – occorre trovare una soluzione, ma bisogna fare presto».

Una soluzione, questa, condivisa anche dal ministro dell’agricoltura italiano Maurizio Martina, il quale ha assicurato che il Governo sta lavorando per una moratoria sui debiti bancari degli allevatori, tenuto conto della situazione di crisi strutturale del settore a livello europeo. Quello del Governo nazionale sarà un intervento che sfrutta e rafforza gli strumenti del  fondo per la ristrutturazione dei debiti e gli investimenti delle aziende lattiere. Ma secondo il ministro servono anche interventi europei che abbiano una visione strategica e per questo chiederà «l’immediato raddoppio degli aiuti 'de minimis' ai produttori dei settori in crisi per 3 anni, portandoli a 30 mila euro».

Come accennato, però, nemmeno questo potrà bastare. Livoni chiede un cambio di passo per affrontare i nodi irrisolti dalla fine del regime delle quote latte, le cui conseguenze si sentono ancor più massicciamente in Fvg chiedendo un intervento anche della Regione. «Occorre nel contempo lavorare tutti assieme per una maggior trasparenza internazionale del settore. Da Tarvisio, da Gorizia e dal Brennero entrano ogni giorni centinaia di Tir con latte, cagliate, semilavorati che in Italia diventano magicamente prodotti made in Italy».