25 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Riforma contestata

Enti locali: il Tar si esprime sul ricorso. Serracchiani avrebbe preferito un'intesa

La governatrice, insieme a Panontin e Martines, incontra i sindaci di Valcanale-Canal del Ferro, dove 5 Comuni su 8 restano fuori dall'Uti

PONTEBBA – Trovare soluzioni condivise e affrontare gli elementi che dividono. Questo è in sintesi l'appello della presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ai sindaci della costituenda Uti Canal del Ferro-Valcanale, incontrati nella sala consiliare del municipio di Pontebba assieme all'assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin e al presidente della V Commissione consiliare, Vincenzo Martines.
Una riunione durante la quale è emerso il tema del ricorso al Tar, che in questa porzione di territorio vede coinvolti 5 Comuni su 8. Proprio nella giornata di mercoledì il Tribunale amministrativo sarà chiamato a esprimersi sul primo dei ricorsi presentati. Su questo argomento, Serracchiani ha spiegato, «senza polemica ma per dovere di cronaca» come la Regione avesse rinunciato ai propri termini a difesa e a depositare una memoria pur di avere una soluzione in tempi ravvicinati, ma la controparte non abbia voluto accettare. «Sulla vicenda giudiziaria - ha detto - forse si poteva evitare di arrivare fino qui, anche se è legittimo rivolgersi a un giudice, e ottenere risposte molto tempo prima».

«In questo territorio - ha indicato Serracchiani – partiranno solo tre Comuni (Malborghetto, Pontebba e Resiutta su otto complessivi), ma invito tutti i sindaci ad incontrarsi per ragionare sui punti che li dividono anche perché il ragionamento sulle funzioni compete a loro e hanno una grande responsabilità».
Secondo la presidente, nel tavolo politico, avviato di recente, ci possono essere delle mediazioni ma è altresì importante che i sindaci si confrontino per cercare di trovare le soluzioni per uno statuto condiviso, soprattutto a vantaggio dei cittadini.
Una difficoltà di confronto messa in evidenza dal sindaco di Pontebba Ivan Buzzi, con i Comuni ricorrenti: «Il bacino in cui insistono i tre Comuni conta 2.500 abitanti e sono limitativi per dare corso a un'operazione così strategica e importante, soprattutto tenendo conto che ci dovremo fare carico del personale della Comunità montana; le difficoltà si superano se c'è la volontà - ha sottolineato - e noi sindaci dobbiamo rimetterci attorno a un tavolo per trovare le risposte migliori da dare alla nostra gente».

All'incontro erano presenti anche il primo cittadino di Tarvisio Renato Carlantoni, di Dogna Gianfranco Sonego, di Chiusaforte Fabrizio Fuccaro, di Resia Sergio Chinese, di Resiutta Francesco Nesich, di Malborghetto-Valbruna Boris Peschern e la vice sindaco di Moggio Udinese Annalisa Di Lenardo.
Panontin ha sottolineato che nella costituenda Uti si contano meno di undicimila abitanti per otto comuni e «la partenza con solo tre enti è un elemento di debolezza ma la Regione accompagnerà questa difficoltà iniziale, confidando che le posizioni possano essere riviste». Panontin ha puntualizzato sul tema delle funzioni precisando che «su questo territorio le funzioni che chiediamo di realizzare nell'Unione si fanno già in forma associata: le Unioni sono una scelta politica complessiva per dare stabilità alla struttura sovracomunale. Se si mettono da parte le contrapposizioni,  questo territorio potrà ottenere un risultato concreto a beneficio dei cittadini perché – ha ricordato - la riforma, la riorganizzazione del sistema degli enti locali è fatta proprio per i migliorare i servizi ai cittadini».