18 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Dopo la storia di G.

Autismo, come comportarsi? La parola all’esperto

Per altri coetanei di questo ragazzo, che soffre di autismo, potrebbe essere una ‘notizia da social’, per lui, una situazione fuori dalla quotidianità, fonte di ansia e di stress emotivo

UDINE - «Vorrei che tutti capissero, soprattutto chi lavora per la società civile, e quindi si deve confrontare anche con questi ragazzi speciali». Ripartiamo da qui, dall’appello della madre di G., un ragazzo autistico. Nelle scorse settimane si è ritrovato in una situazione che per altri suoi coetanei potrebbe essere una ‘notizia da social’, da condividere con gli amici e magari anche di cui vantarsi, ma che per lui e i suoi due amici, anche loro autistici, è stata molto diversa. (qui l’intero articolo) In proposito abbiamo deciso di interrogare anche un esperto. Gli abbiamo fatto alcune domande per capire meglio questa che è una realtà vissuta da molte famiglie ma poco conosciuta.

Perchè è necessaria una maggiore attenzione?
«Le persone affette da autismo vivono male l’imprevisto, il cambiamento. Per questa ragione è molto importante annunciarlo, anticipare quanto succederà e spiegare tutto bene e con precisione. É possibile effettuare una spiegazione verbale, ma anche visiva. In modo tale che per loro sia chiaro quanto accadrà».

Secondo lei, che cosa avrebbero dovuto fare gli agenti in questa circostanza?
«Come anticipato, sarebbe stato bene una spiegazione a monte. Ancor meglio far vedere prima come la perquisizione degli zaini sarebbe avvenuta su un compagno. Spiegare ad esempio ‘ora togliamo tutto dallo zaino e lo appoggiamo per terra, poi quando abbiamo visto che è tutto in ordine rimettiamo tutte le cose al loro posto’. In questo modo i ragazzi possono capire e rielaborare quanto accadrà. Così si sentono rassicurati in una situazione in cui non sono abituati a trovarsi. Si, perchè queste persone vivono qualsiasi tipo di novità, anche la più piccola, con un forte stato di ansia e di stress emotivo. Molte persone con autismo, ad esempio, hanno anche diversi problemi legati al contatto fisico. Per questa ragione nel caso in cui fosse necessario, è sempre bene anticipare verbalmente quanto succederà, passo-passo».

In quanto alle differenti reazioni dei tre ragazzi?
«Le reazioni dei ragazzi sono state diverse perchè individuali. In ogni caso tutte dettate dal forte stato di ansia generato dall’accaduto, che è stato espresso diversamente. Questi ragazzi hanno fatto fatica a contestualizzare quanto avveniva, perchè nulla gli è stato spiegato, quindi si sono agitati. Ma è bene sottolineare come la risposta di una persona autistica a una situazione come quella raccontata, è imprevista: c’è chi avrebbe potuto ripetere frasi in maniera continuativa, altri sarebbero potuti scappare, altri anche avere reazioni violente».

Se la spiegazione, come nel caso di cui stiamo parlando, viene fatta in un secondo momento?
«Anche se ormai il danno è fatto, anche chiarire i fatti in un secondo momento va bene, perchè questo abbassa il livello di ansia che è insorto. In tal caso, l’illustrazione di quando avvenuto consente di dare un ordine ai fatti, di individuarli come un’eccezione, e quindi rassicura».

Un consiglio conclusivo
«Una cosa importante da sapere è che i ragazzi hanno sempre un sostegno, sono affiancati da un educatore. É fondamentale ascoltare queste figure di riferimento, anche i genitori stessi se presenti, perchè capaci di dare i giusti input per riadattare le procedure e quindi evitare reazioni imprevedibili che, come detto, possono verificarsi». «Perciò alcun esonero dalle procedure controllo, ma importante farle adeguatamente».