19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Il 5 aprile gli investigatori egiziani saranno in Italia

La madre di Giulio Regeni: «Sul viso di mio figlio ho visto il male del mondo»

Conferenza stampa a Roma dei genitori del ricercatore friulano ucciso in Egitto. «Quando l'ho visto sul letto dell'obitorio - ha raccontato la madre - l'ho riconosciuto solo dalla punta del naso»

FIUMICELLO - «Sul viso di Giulio ho visto il male del mondo». Lo ha detto Paola, la madre di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso a Il Cairo, nel corso della conferenza stampa convocata dal presidente della Commissione per i Diritti umani, Luigi Manconi, nella sala Nassiriya del Senato. «Siamo qui per continuare insieme, per lottare e portare avanti i valori di Giulio, insieme ai suoi ideali», ha aggiunto il padre di Giulio, Claudio Regeni.

C’è attesa per il 5 aprile
«E' forse dall'antifascismo che noi in Italia non ci troviamo di fronte alla tortura, ma Giulio non era in guerra era andato a fare ricerca – ha continuato la madre di Giulio –. Se il 5 aprile, quando verranno gli investigatori dell'Egitto, sarà una giornata vuota, confidiamo in una risposta forte, ma forte del nostro governo, perché noi aspettiamo una risposta su Giulio. E' dal 25 gennaio che aspettiamo una risposta».

Il riconoscimento all’obitorio
Regeni ha raccontato come il volto del figlio fosse trasfigurato dalla violenza quando lo ha visto sul tavolo dell'obitorio, a Roma: «Giulio aveva quel bel viso sempre sorridente con uno sguardo e una postura aperta, quando l'ho visto sul letto dell'obitorio l'ho riconosciuto solo dalla punta del naso...Non pensavo di poter riconoscere mio figlio solo dalla punta del naso... Era un viso diventato piccolo piccolo, non vi dico che cosa hanno fatto a quel viso...Su quel viso ho visto il male, tutto il male del mondo si è riversato su lui, l'unica cosa che ho ritrovato di lui è stata la punta del suo naso». Paola Regeni lo ha raccontato nel corso della conferenza stampa al Senato.

Le parole di Manconi
«Massima fiducia nel procuratore Pignatone», ma «come senatore e presidente della Commissione per i Diritti umani, credo che si debba operare con maggiore determinazione: si deve porre anche la questione del richiamo del nostro ambasciatore in Egitto». Lo ha detto il presidente della Commissione Luigi Manconi, in conferenza stampa.
«Non ritiro - ha sottolineato Manconi - ma richiamo per consultazioni, che rappresenta un gesto non solo simbolico ma intenso per far comprendere come il nostro Paese segua con la massima vigilanza questo caso, considerandolo elemento discriminante per le relazioni con l'Egitto».