18 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Conditio sine qua non: l’eliminazione di ogni forma di sanzione

I Comuni pronti a ritirare i ricorsi se la Regione accoglierà le richieste dell'Anci

Svolta nei rapporti tra enti locali e giunta Serracchiani: l'Associazione dei Comuni presenta un documento di sintesi che potrebbe portare al 'disgelo' tra le parti

UDINE – Prove di disgelo tra Comuni e Regione sulla riforma degli enti locali. A tentare la mediazione è l’Anci, che non apre una porta, ma un portone alla trattativa: i Comuni sono disposti a  ritirare i ricorsi al Tar se la Regione accoglierà le modifiche alla Legge 26 contenute nel documento di sintesi inviato giovedì all’assessore Paolo Panontin.
«La posizione di Anci sulle unioni territoriali è chiara e netta – commenta il presidente Mario Pezzetta - con questo documento di sintesi proponiamo modifiche ragionate e costruttive, frutto di mesi di analisi e della conoscenza dei territori. La linea è quella dell’adeguatezza degli ambiti territoriali e della libertà di scelta degli amministratori che, sulle funzioni non strategiche potranno decidere responsabilmente sulla base di standard concertati se essere autonomi o di erogare i servizi comunali in forma associata. L’obiettivo è solo uno: la garanzia della qualità, della sostenibilità e dell’efficienza dei servizi ai cittadini e alle imprese».

La proposta dell’Anci
L’Associazione dei Comuni è favorevole a un’impostazione che preveda in capo alle Uti funzioni strategiche obbligatorie quali: la programmazione e la pianificazione sovra comunale, i servizi di ambito socio assistenziale, la progettazione europea, nonché funzioni di ‘service’ quali il sistema informativo, il catasto, il Suap e la gestione del personale.
Ritiene inoltre che altre funzioni debbano essere svolte nel rispetto del principio di adeguatezza e quindi declinate o per singolo comune o per ambito, e che l’adeguatezza stessa vada individuata attraverso criteri oggettivi e concertati e, sulla base di quanto avviene in altre realtà di autonomia avanzata, utilizzando parametri di efficienza e di efficacia nonché di sostenibilità dei servizi.
Adottando tale metodo, Anci Fvg ritiene che vada superato lo strumento della penalizzazione che, lesivo dell’autonomia comunale e in contrasto con il principio di equi ordinazione. A oggi invece la Legge 26 prevede un pesante sistema sanzionatorio: il Comune che non aderisce alle unioni territoriali subisce una penalizzazione del 7,5% sui trasferimenti del fondo perequativo per il primo anno, 30% nel secondo, 40% nel terzo.
Relativamente alla tempistica di applicazione delle norme di riordino, Anci Fvg ritiene necessario tenere conto delle oggettive condizioni organizzative di singoli comuni, delle Uti e degli ambiti di aggregazione. 

Le reazioni
L’apertura dell’Anci è stata commentata su Twitter da alcuni esponenti politici anti Uti. Il consigliere regionale Riccardo Riccardi si appella ai vertici della giunta: ‘‪#noUTI‪: ora nero su bianco. Comuni #fvg pronti a ritirare ricorsi. @serracchiani @PaoloPanontin tolgono penalità?’. Pronto a trattare il sindaco di Pagnacco Luca Mazzaro: ‘Fiducioso su apertura e pronto a collaborare ‪@PaoloPanontin per ‪#uti che rappresentano il territorio e costano meno’. Che sia davvero cambiato il clima nei rapporti tra Comuni e Regione?