29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Alto Friuli

Tarvisio: l’accoglienza dei migranti non fermerà lo sviluppo turistico

Da un incontro tra Regione, Comune e Prefettura è emersa la possibilità di utilizzare l’ex autoporto per i profughi e non l’ex caserma La Marmora

TARVISIO - Si possono contemperare le esigenze di attrarre nuovi investimenti internazionali a Tarvisio per il recupero di strutture dismesse e di disporre, al tempo stesso, di aree potenzialmente destinabili a emergenze migranti: è quanto emerso da una riunione promossa nel palazzo della Regione a Trieste dalla presidente Debora Serracchiani, presente l'assessore alla Solidarietà Gianni Torrenti, cui hanno preso parte, con il prefetto di Udine Vittorio Zappalorto, il sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni e una delegazione di imprenditori e professionisti interessati a sviluppare un progetto di riconversione dell'ex caserma Lamarmora in chiave turistico-ricettiva.

L'immobile e l'area adiacente, che occupano più di 90 mila metri quadrati in una zona ben collegata e vicina alle piste da sci e ai campi da golf, ha richiamato l'attenzione della cordata internazionale, intenzionata a realizzarvi un centro turistico termale con hotel a quattro e cinque stelle.
Il progetto, che è stato illustrato in maniera embrionale nell'incontro, potrà essere proposto una volta che sia stato espletato l'iter di sdemanializzazione del compendio. Il Comune di Tarvisio ha già inoltrato all'Agenzia del Demanio la richiesta per la procedura di recupero dell'ex caserma, sulla scorta dell'articolo 26 del decreto legge 133/2014 (Sblocca Italia), ma serve il nulla osta del Ministero dell'Interno per giungere alla stipula nel necessario accordo di programma.

La ricognizione promossa dalla Presidenza della Regione, giudicata unanimemente utile e fruttuosa, ha permesso di ragionare sulla destinazione dell'area, valutando l'utilizzo di siti alternativi alla La Marmora, come ad esempio l'area dell'autoporto di Coccau, in caso di eventuali emergenze migratorie. Apprezzamento generale è stato espresso per la prospettiva di un approdo nel Tarvisiano di nuovi investitori i cui progetti possano stimolare la crescita turistica in chiave ecocompatibile e integrata con un territorio che ha ancora ampi margini per essere valorizzato.