19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Ricordati i valori della ricostruzione

Il 'modello Friuli' presentato a Roma

A Montecitorio anteprima nazionale per il documentario ‘Resurî 1976-2016. 40 anni dal terremoto in Friuli’. Tra i presenti, la presidente della Regione Serracchiani, la presidente della Camera Boldrini e l'allora commissario Zamberletti

ROMA - Nella catastrofe sismica del '76, il Friuli «diede l'esempio di come un popolo civile e determinato, sostenuto dallo Stato ma posto nelle condizioni di esercitare i margini della propria autonomia, possa prima superare la prova della ricostruzione, e poi vincere la sfida della modernizzazione avanzata, senza lasciare ombre o macchie di speculazione o malaffare».
Sono le parole pronunciate dalla presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani nella sala della Regina di Palazzo Montecitorio dove è stato presentato in anteprima il documentario ‘Resurî 1976-2016. 40 anni dal terremoto in Friuli’, alla presenza della presidente della Camera Laura Boldrini e di numerose autorità. Sono intervenuti con la loro testimonianza Giuseppe Zamberletti, allora commissario straordinario per il terremoto, e Diego Carpenedo, già senatore della Repubblica, consigliere e assessore regionale all'epoca della ricostruzione.

Rinascita e identità dopo il 6 maggio
‘Resurî’, realizzato dalle Produzioni televisive dell'Agenzia Regione Cronache della Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la sede regionale della Rai per il Friuli Venezia Giulia e il contributo di Rai Teche, è stato accolto con commozione dalla platea e la sua anteprima proposta ‘nel cuore delle istituzioni’, come è stato detto, segna l'inizio della fitta serie di eventi commemorativi del terremoto del '76 che, ha evidenziato Serracchiani, «ha inciso le generazioni e fatto da spartiacque nella storia della nostra regione».
«Rinascita e identità: furono questi gli elementi attorno ai quali ritrovarsi con una classe dirigente unita, coraggiosa, che, al di là delle appartenenze politiche, seppe utilizzare al meglio gli strumenti dell'autonomia». Così si è espressa Serracchiani nel suo intervento che chiosa il documentario. «Ricordare questo è importante - ha concluso nel video la presidente della Regione - e diventa una risposta a quanti sostengono che la specialità rappresenti una sorta di privilegio anacronistico. Lo Statuto speciale si difende con i fatti, quarant'anni fa come oggi».

I furlans si rimboccarono le maniche
I drammatici soccorsi, la coesione istituzionale, il ruolo dei sindaci, delle prefetture, dei vigili del fuoco, delle forze armate e di polizia e dei volontari sono rivissuti in un documentario che racconta con immagini e interviste dell'epoca una tragedia in cui i friulani «non furono lasciati soli dalla comunità nazionale e internazionale» e che «ha lasciato in eredità la cultura del lavorare assieme». I furlans si rimboccarono le maniche, come si ascolta dalle parole dell'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. Insieme allo Stato, seppero, con tenacia, trasparenza e onestà, ricostruire secondo priorità condivise da tutti: prima le fabbriche, poi le case, poi le chiese.
‘Resurî’ riannoda i fili di una tragedia dalla quale sorse una ricostruzione non solo materiale ma anche culturale che spostava l'asse della storia del Friuli Venezia Giulia dalla marginalità verso una ruolo centrale, diventando innovativa sotto il profilo dell'organizzazione e della tecnologia.

Le parole della presidente Boldrini
«Spero che il documentario 'giri', vada nelle scuole e faccia capire ai giovani che dalle tragedie ci si può riprendere e si può ricostruire un luogo anche se è stato demolito dalla natura».
E' il giudizio della presidente della Camera Laura Boldrini su ‘Resurî 1976-2016. 40 anni dal terremoto in Friuli’, espresso al termine della proiezione del docufilm presentato in anteprima nazionale a Montecitorio di fronte a un'ampia platea.
Il documentario sul sisma che colpì il Friuli, ha rilevato Boldrini, «dimostra quanto la sinergia tra le persone, le istituzioni, i militari e i volontari  abbia dato risultati straordinari». La presidente della Camera si è detta «veramente impressionata dal livello di ricostruzione autentica» che viene testimoniata e che fu attuata in Friuli «usando gli stessi materiali delle chiese e dei palazzi che erano stati demoliti».
Boldrini ne ha concluso che «questo è un esempio per il Paese e dimostra che non c'è bisogno di spostare le popolazioni per fare una buona ricostruzione».

Il ricordo di Zamberletti
I ricordi di Zamberletti hanno emozionato la platea. Il commissario di allora ha raccontato di quando i componenti delle Commissioni di Camera e Senato furono sorpresi a Udine dalla scossa del 15 settembre, ma decisero in un incontro in Prefettura di restare in Friuli, vicini alla popolazione colpita da lutti e distruzione. Quella delegazione era guidata da Luigi Gui e da Marco Pannella. Nelle parole di Zamberletti anche il ricordo di una donna sfollata di Gemona che era stata alloggiata in un albergo sul litorale e che gli volle donare in segno di gratitudine un tappeto su cui aveva ricamato il castello di Gemona, dicendosi certa che non l'avrebbe più rivisto. Zamberletti le promise che il castello sarebbe risorto e così fu. «Il Friuli - ha potuto affermare l'ex commissario - ha salvato le stelle preziose del suo firmamento urbanistico».
Di quell'epoca drammatica in cui fu fronteggiata un'emergenza e avviata la ricostruzione Zamberletti ha rimarcato il ruolo dei primi cittadini nelle aree devastate dal sisma. «I sindaci – ha ricordato - furono protagonisti del soccorso, non dimenticherò mai e li ricordo tutti per quello che mi hanno insegnato in quei giorni difficili». Da allora, dalla drammatica esperienza del Friuli, è stato ricordato oggi a Montecitorio, trasse origine la Protezione civile nazionale.