19 aprile 2024
Aggiornato 02:00
40° dal terremoto

Il terremoto visto dagli occhi dei bambini

L'anniversario del 6 maggio vissuto con le parole dei bambini di una scuola primaria di Piovega di Gemona, la Dante Alighieri

GEMONA - «Unico, Unico!». Questo 6 maggio è stato così per i piccoli che hanno accolto il Presidente Mattarella. A Gemona erano in tanti. Fibrillati, emozionati, non smettevano di sventolare i piccoli tricolore. Lo hanno ricevuto al suo arrivo al Duomo, l’ultima tappa nella cittadina fra le più colpite dal grido dell’ ‘Orcolat’. Loro ovviamente non c’erano allora. Ma questo ha poca importanza. Per loro ci sono i ricordi di chi quella notte, invece, c’era. Mamme, papà, nonni. E poi c’è la scuola che può e deve insegnargli cosa è successo. Ed ecco che in una giornata in cui il sole scalda gli animi e illumina quei palazzi, quelle strade, quelle case che la tenacia e il coraggio di un popolo, quello friulano, ha consentito di ricostruire, loro, i piccoli cittadini del domani, si sono sentiti protagonisti. E anche se nel 1976 non erano nemmeno nei pensieri di coloro che sarebbero un giorno diventati i loro genitori, oggi erano in prima fila. 

Il terremoto raccontato dai bambini di oggi
Cosa sapete del terremoto? Abbiamo domandato. Una pausa. Erano dubbiosi. Rispondo o no? Ci sarà una risposta sbagliata? Magari è un trabocchetto. In quella frazione di secondo, in cui questi pensieri affollavano la mente e consentivo a silenzio e timidezza di avere la meglio, quegli ‘omini’ vestiti di rosso e con in mano la loro bandierina ormai erano tutt’attorno. «Erano cadute tante case, tanti sono morti e tanti sono rimasti feriti, me l’ha detto la maestra». Ancora una pausa. «Sappiamo come avviene». Ha esordito qualcuno, un po’ defilato. Cosa fare se non cogliere la palla al balzo. Ve l’hanno insegnato scuola? «Si le maestre sono brave ce l’hanno insegnato molto bene». Ormai il treno è partito, non si può più fermare: «Anche loro hanno vissuto il terremoto». E cosa vi hanno raccontato? «Che hanno avuto paura, cioè, non è che abbiamo chiesto molto. Abbiamo fatto le interviste però alle altre persone». E come sono andate? «Bene. Bene, sì». Cosa vi hanno detto? «Molte cose, quasi tutti erano non dico piccoli, ma ... al momento del terremoto quasi tutti erano in pigiama. E in tutte le interviste che abbiamo fatto non è crollata neanche una casa». E vabbè dai, meglio! «Si, meglio in effetti!» Vi è piaciuta questa giornata? «Sii» Ormai era un coro: «Molto! Unica, Unica!» Cosa vi è sembrato essere qui e vedere il Presidente? «Emozionante. Anche stringergli la mano». «Io non ci sono riuscito» puntualizza amareggiato qualcun altro dalle retrovie. 

Il progetto educativo
Questi scatenati bimbi erano gli alunni della scuola primaria di Piovega di Gemona, la Dante Alighieri, quest’anno in quarta. Una delle insegnati, Adelia Goi, ci ha raccontato come sono stati preparati a questo giorno importante: «Abbiamo fatto un lavoro su due fronti – ci ha spiegato - uno per capire perchè questa è una zona sismica. Non è un argomento facile però è giusto che siano consapevoli. Questo poi li aiuta a vivere in modo più sicuro. Quindi abbiamo lavorato con un geologo, abbiamo fatto delle uscite, per cercare di capire il motivo per cui Gemona è particolarmente sismica. Invece sul fronte della commemorazione del 40° - ha proseguito - abbiamo cercato di guardare i fatti avvenuti con gli occhi dei bambini di allora, quindi abbiamo intervistato dei cinquantenni, che avevano all’epoca 10 anni, come loro. Li abbiamo chiamati a scuola, abbiamo fatto delle interviste fatte da loro a casa e adesso cerchiamo di assemblare un po’ per capire cos’è significato per persone che l’hanno vissuto direttamente, oppure che vivevano un po’ più fuori dal centro e quindi non avevano avuto vittime e loro hanno raccolto degli elementi comuni in queste esperienze».