18 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Dopo Brescia

Floreancig in mostra a Roma

L’artista originario di Stregna presenta il suo nuovo percorso artistico che dopo la capitale si prepara a sbarcare a Milano e il prossimo anno a Londra, a New York e a Basilea

UDINE - «L’arte non ha bisogno di un perché. E poi le opere non vanno spiegate». È tutto da scoprire Giordano Floreancig, l’artista originario di Stregna che in questi mesi sta avviando un’entusiasmante e rinnovata fase artistica assieme a un calendario ricco di mostre personali e performance. Si è appena chiusa a palazzo Novello a Montichiari (Brescia) la sua personale inaugurata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, e già se ne sta preparando un’altra, venerdì 8 luglio a Roma, in rione Monti, nello spazio delle Officine Adda, per poi sbarcare a Milano e il prossimo anno a Londra, a New York e a Basilea.

Prima personale con Sgarbi
Il suo nuovo percorso artistico, Floreancig lo ha voluto presentare fuori regione, a Montichiari (Brescia), con la mostra personale dal titolo «Vivo nel vostro mondo» curata dalla  Beatrice Gigli Management e da Mirco Mastrorosa e presentata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, che nell’occasione ha regalato al numeroso pubblico una lectio magistralis sul Caravaggio.

La parola del critico
I nuovi lavori di Floreancig, molto materici, deformano la figura dandole quella tridimensionalità che come ha spiegato Sgarbi «hanno una forza espressionista molto forte». Sgarbi ha poi accostato i suoi lavori ai pittori inglesi Francis Bacon e Frank Auerbach: «Il pittore dipinge un quadro libero con i colori che vanno dove vogliono, però delimita il confine di un volto - dice guardando le opere di Floreancig -. È una tecnica che ha nel corso del Novecento, in Inghilterra, i suoi migliori interpreti, con Bacon e Auerbach, cioè degli artisti che lavorano sulla materia deformando il volto. Mentre li guardavo pensavo proprio che Floreancig si possa essere ispirato ad una corrente degli anni Ottanta e Novanta del Novecento, e che ha una sua efficacia: sembrare una pittura senza forma e invece poi definire delle forme. Le opere di Giordano hanno una loro forza e una propria carica espressiva. Il prototipo, se così possiamo dire, arriva da Van Gogh e quelli che l’artista friulano ha esposto qui sono degli esempi molto efficaci di opere 'terremotate' visto che ha cominciato a dipingere dopo il terremoto del 1976. L’eccessiva materia di colore sulla tela apre delle crepe fisiche e visibili sui volti: sta qui la tragedia dell’esistenza».

L'angoscia del vivere
Pur mantenendo sempre come soggetti i volti, Floreancig nel nuovo percorso vuole esprimere l'angoscia del vivere mettendo a nudo le nostre paure e fragilità. La drammatica inquietudine dei suoi quadri diventa così uno specchio del nostro tempo. Sgarbi ha inoltre sottolineato l'originalità del lavoro di Floreancig ammonendolo di non bruciarli più. Più volte infatti, nel corso della suo percorso artistico, Floreancig ha bruciato le sue opere: «Volevo cancellare periodi della mia vita» si limitava a dire. L'artista durante la visita della mostra bresciana ha sottolineato come «sia importante vedere le sue opere con occhi diversi, tirando fuori quella follia che tutti abbiamo: solo così l'opera si completa». La struttura lacerata e finita dell’umano trova nella nuova fase di Giordano Floreancig una delle sue espressioni più radicali, coinvolgenti, splendide. La bellezza emerge proprio laddove sembra abitare l’orrore, la condizione umana fatta di desiderio e di nulla, del desiderio che è la vita mentre divora sé stessa, del nulla che acquieta e riscatta il desiderio.

www.giordanofloreancig.com