19 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Gli anni passano, i problemi restano

Il «romanzo» della pedonalizzazione di Udine, seconda città in Italia a istituire la ZTL

Il Comune ha tutte le colpe per la mancata rivitalizzazione del centro? E gli affitti alle stelle di quei commercianti (che poi attaccano il sindaco) quanto incidono?

UDINE - Prima ha parlato l’assessore Enrico Pizza. Poi gli ha risposto il sindaco Furio Honsell. Infine è intervenuta l’opposizione con il consigliere regionale del Pdl, Enrico Berti, e quello regionale di Fi, Riccardo Riccardi. Tema del contendere la possibile pedonalizzazione di piazza XX Settembre, uno dei tanti capitoli del romanzo ancora senza fine sul futuro del centro storico di Udine. Ebbene sì: passano gli anni, i problemi restano e con essi le infinite polemiche del ping pong politico.

A Udine la seconda Ztl d’Italia nel 1989
Era il 1989 quando il Comune di Udine – secondo in Italia dopo quello di Milano – aveva approvato la Ztl, scelta allora rivoluzionaria che avrebbe dovuto spalancare le porte alla pedonalizzazione del cuore udinese. E invece siamo ancora qui ad assistere increduli a un paradosso amministrativo di una città a misura d’uomo, piccola e vivibile, che non riesce a venire a capo di un problema che nel bene e nel male è stato affrontato e risolto da megalopoli e città metropolitane.

La protesta di Confcommercio è comprensibile
Non entro nel merito dell’ennesima polemica su un pezzo di centro da rivitalizzare. Diversamente, dovrei parlare anche del Giardin Grande, dei vari esperimenti nelle vie centrali, di piazza Duomo e dei relativi tentativi di assicurargli un futuro a colpi di fioriere o ‘panettoni’. Non prendo le parti di nessuno. Registro che forse Confcommercio ha ragione laddove invita l’amministrazione a presentare un progetto compiuto, definitivo, di ampio respiro che incontri finalmente l’assenso della città. E legittima è  dunque la protesta del commercio udinese che pretende di essere informato sulla calendarizzazione degli annunciati lavori di via Mercatovecchio.

Le responsabilità dei commercianti per il caro affitti
Il vero nodo della questione è che il problema di Udine pare  essere soltanto quello del centro storico dove la densità di popolazione è davvero risibile, visto che la gente vive e dorme soprattutto nelle periferie, spesso trascurate e dimenticate. Insomma, quello del cuore della città  è diventato un tormentone tragicomico che pare non voler aspirare alla parola fine in una stucchevole guerra di tutti contro tutti, dove nessuno ammette le proprie responsabilità. Neppure quei commercianti che predicano bene e poi razzolano male, imponendo affitti da capogiro che mortificano l’imprenditoria e castigano quanti avrebbero diritto a investire sul proprio futuro a costi abbordabili. E questi commercianti che pretendono affitti da sballo sono gli stessi che spesso si ergono  a giudici contro il sindaco di turno, inveendo contro l’afasia di un centro storico che loro contribuiscono ad alimentare.

Servono buon senso e scelte coraggiose
Basterebbe poco per ‘aggiustare’ il centro di Udine: un po’ di fantasia al potere, un progetto sensato, scelte coraggiose anche se impopolari, un confronto serrato, un tempo ragionevole per gli interventi, affitti decorosi e non strozza-iniziative. E un po’ meno furbetti dal portafoglio gonfio che si ergono a Soloni e che non favoriscono un progetto vero di rilancio economico della città.