26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Futuro di lotte interne al movimento

Sul Carroccio Fvg l’ombra dello scontro tra Salvini e Maroni

Fedriga è un pretoriano del leader nazionale, ma di fedelissimi a Maroni ce ne sono anche in Friuli, a partire da Fontanini

UDINE - La Lega Nord del Fvg continua a essere orfana del presidente dopo la scomparsa del compianto Fulvio Follegot. Come scrivemmo, la seduta del 4 luglio del direttivo regionale convocata dal segretario regionale Massimiliano Fedriga aveva sortito una fumata nera densa e appiccicosa di veti incrociati, ripicche, personalismi, piccole vendette. Era stata, quella, una ‘notte dei lunghi coltelli’ che aveva sortito diverse bocciature dei possibili candidati alla carica: Maurizio Franz, Stefano Mazzolini, Alberto Budai, Giancarlo Pizzimenti e Mauro Bordin. A distanza di due mesi la situazione rimane molto tesa, confusa. Anzi, la tenuta interna del movimento potrebbe subire un ulteriore sfilacciamento. Sul futuro del Carroccio del Fvg si allunga, infatti, anche l’ombra dello scontro politico al vertice della Lega Nord tra il segretario Matteo Salvini e il governatore della Lombardia, Roberto Maroni.

Si avvicina la resa dei conti interna?
Lo strappo tra i due sarà di difficile ricucitura. Maroni (e in maniera diversa anche Bossi e Zaia) rimproverano a Salvini la deriva lepeniana, trumpiana e putinioana in cui ha indirizzato il movimento. Non solo, ma la discesa in campo di Parisi è stata salutata da Maroni, ma liquidata come inutile con la consueta sicumera dal segretario nazionale. Lo scontro è destinato ad acuirsi anche perché alle viste c’è il congresso nazionale che dovrebbe essere convocato tra dicembre e febbraio e che potrebbe sfociare in una resa dei conti interni. Gli osservatori non escludono neppure il rischio-scissione visto che Salvini fa il padre-padrone, detta la linea, impone le strategie e non ama il confronto.

Sfida a distanza tra maroniani e salvinisti, tra Fontanini e Fedriga
E se Il segretario nazionale ha in Fedriga il suo migliore pretoriano in Fvg, non è assolutamente scontato che tutto il movimento sia un monoblocco. Anzi, il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, non solo non si è mai spellato le mani per la consegna della segreteria regionale a un triestino, ma è pure di sicura fede maroniana. Al punto da aver confidato ad alcuni fedelissimi di stare facendo un pensierino su Trieste. Tutti lo vorrebbero sindaco di Udne, ma lui punta più in alto certo che Fedriga non soltanto non sarebbe supportato da tutto il centrodestra, ma sarebbe il più felice se qualcuno gli sfilasse la candidatura a governatore che per il momento soltanto Salvini caldeggia. «Sono un soldato della Lega e come tale obbedisco», era stato infatti il commento di circostanza di Fedriga dopo la sponsorizzazione di Salvini.

La questione dei Giovani Padani
Insomma, Fontanini sa perfettamente che potrebbe aspirare a guidare un rassemblement – auspice anche la discesa in capo di Parisi – del centro destra moderato. E con lui ci potrebbero essere pezzi importanti della Lega del Fvg. Non è un mistero, ad esempio, che Mario Pittoni, un altro giro in giostra a Roma lo farebbe e che un Salvini indebolito potrebbe corroborare il suo sogno visti, tra l’altro, i suoi ottimi rapporti con Bossi e Calderoli. Ma sul piatto del possibile scontro interno c’è anche la questione dei Giovani padani, organizzazione che Salvini non ama e che, stando ai rumors interni, potrebbe addirittura sopprimere. E’ vero che il coordinatore dei Giovani padani regionale, Polesello, viene indicato come uomo di Fedriga. Ma è anche risaputo che il coordinatore dei Giovani padani di Udine, Guerra, è antisalviniano. E se a questo aggiungiamo gli ottimi rapporti tra quest’ultimo e la consigliera regionale Barbara Zlli si capisce perfettamente che la carne al fuoco è davvero tanta quanta le incognite che incombono su un movimento troppo Salvini-dipendente, sempre più orientato verso la destra estrema, ma  sempre meno padano e sempre meno collegato al territorio come va ripetendo da mesi il senatur Bossi.