29 marzo 2024
Aggiornato 16:00
Capire da che parte sta il giusto non è compito semplice

Bizzarrie dell'Inps: protagonista Laura Bassi

Convocata per una visita di «accertamento permanenza dei requisiti di invalidità» dopo aver perso la gamba in un grave incidente, la giovane ironizza sui social, scatenando molti commenti.

UDINE - Un sorriso smagliante. Un esempio di coraggio per molti. Laura Bassi è diventata un personaggio pubblico suo malgrado. La sua è la storia di una ragazza che non si è data per vinta, nonostante abbia perso una gamba nel grave incidente in cui è rimasta ferita. Dopo quel pomeriggio d’estate – era il 22 giugno 2014 – la sua vita è cambiata, ma lei non si è persa d’animo, dopo molto tempo trascorso in ospedale ha iniziato un lungo percorso di riabilitazione.  Nel 2015 ha partecipato alla UNESCO Cities Marathon, accompagnata dallo scienziato friulano di fama mondiale Mauro Ferrari, esperto di nanotecnologie in campo medico e presidente del Methodist Research Institute di Houston in Texas. Da quella decisione è nata anche una pagina Facebook sulla quale oggi è seguita da oltre 3 mila persone. L’intenzione con cui la giovane ha dato vita alla pagina è quella di creare qualcosa di duraturo per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche vissute dalle persone che subiscono menomazioni fisiche.

Un luogo di confronto
Ed ecco che con spirito ed ironia Laura commenta quello che vive, quello che vede. Racconta della maleducazione che incrocia nella vita di ogni giorno. Racconta delle persone che incontra. E lo fa sempre con un sorriso contagioso (anche se virtuale). Ecco allora che qualche giorno fa, a ‘spasso’ per Facebook, ‘giriamo l’angolo’ e ci imbattiamo in un suo post in cui abbiamo letto: «Buongiornoo! Oggi è un grande giorno, l'INPS mi ha convocata per una visita di 'accertamento permanenza dei requisiti di invalidità'… Mi rincresce molto che oggi non possano gridare al miracolo, ma dopo due anni la gamba non mi è ancora ricresciuta». I commenti? Non potevano che essere infiniti. I toni usati, poi, i più diversi. Da «stendiamo un velo pietoso», a «Laura porta pazienza!!! Siamo in Italia...». Poi c’è anche chi dice: «Non ho parole» o «una cosa indecente». Qualcun altro puntualizza (giustamente) che «non è l'ispettore che ha colpa: esegue solo ciò che dice la legge». Laura però precisa (ancora più lecitamente): «Non dico che non sia giusto controllare, anzi. Ma invalidità irreversibili come la mia o altre non sono neanche discutibili, per cui francamente mi sembra una perdita di tempo prezioso (per me e per loro) e un inutile spreco di risorse».

Giusto o no?
Poi c’è qualcuno che sostiene che «È la legge che è stupida. Era fatta per evitare i furbetti... ma abbiamo visto che non serve. Sarebbe il caso di cambiarla forse». Non c’è poi da dimenticare che «questo succede anche perché in Italia abbiamo i ciechi che guidano, i tetraplegici che allo stadio, davanti alle telecamere delle Pay TV si alzano in piedi, esultando e sbracciandosi al gol della squadra del cuore, perché la concentrazione di invalidi in alcuni rioni di città metropolitane, raggiunge percentuali improbabili, e per tante altre situazioni del genere. Poi, a pagare e a dover subire delle umiliazioni francamente evitabili, sono le persone che soffrono di disabilità gravi, di cui farebbero anche volentieri a meno. Il punto è che in Italia, i ladri e i disonesti non trovano stabile cittadinanza solo tra molti politici, ma sono spesso malamente mimetizzati anche tra tante, ma tante altre categorie di persone» riferisce un altro fan, che diciamolo, ha fatto un quadro piuttosto preciso (e francamente tristemente vero) della realtà.

E il buonsenso?
Insomma, una vera e propria risposta, quella ‘davvero giusta’ (s’intende) probabilmente non esiste. Certo è che accanto ai controlli che sono doverosi (ci mancherebbe) e che devono esserci, talvolta basterebbe del buon senso. Sappiamo anche che la burocrazia in Italia la fa da padrone, sappiamo poi che nel nostro Belpaese i ‘furbetti’ si sprecano (come già chiarito), ma forse, ci vorrebbe davvero poco per rendere tutto più semplice. Non è la prima volta (e nemmeno sarà l’ultima) che nel voler dare una tutela si creano situazioni degne di una scenetta tragicomica. Probabilmente in questa situazione che ha visto Laura protagonista capire da che parte sta il giusto, è come domandarsi se è nato prima l’uovo o la gallina.