29 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Carnia meno performance

In montagna il turismo cresce. E ora chi gestirà la Tassa di Soggiorno?

Boom di presenza nell'ambito del Tarvisiano rispetto al 2015. Con la nuova tassa previste entrate per 120 mila euro annue: chi le utilizzerà? Il Comune, le Uti o i Consorzi?

TARVISIO – Non sarà un +6% di presenze a risolvere i problemi del turismo nella montagna friulana. Però è un segnale, una conferma che la strada intrapresa è quella giusta. Non tutti gli operatori saranno contenti, però è indubbio (dati alla mano) che l’ambito turistico di Tarvisiano, Sella Nevea e Passo Pramollo, nei primi nove mesi del 2016, abbia portato a casa risultati importanti, soprattutto se confrontati con altri territori dove i posti letto sono in numero maggiore. Per fare ancora meglio, sia in termini di infrastrutture che di promozione, potrebbe dare una grande mano la Tassa di Soggiorno. Uno studio della  Fondazione Think Tank Nord Est di Venezia ha calcolato che al Tarvisiano farebbe fruttare 120 mila euro all’anno. A chi dovranno andare queste risorse? Al Comune o al Consorzio turistico?

I numeri in Fvg
Chiariamo subito la differenza tra arrivi e presenze. Gli arrivi rappresentano il numero di clienti giunti in una struttura ricettiva, quelli che effettuano il check-in; le presenze sono il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi. Tra gennaio e settembre 2016, nella montagna friulana (Tarvisiano, Carnia e Pordenonese) gli arrivi sono cresciuti del 12% (251 mila nel complesso), le presenze del 6% (791 mila), ‘spalmati’ nei 17.844 posti letto disponibili. Si tratta, per il 61% di italiani, per il 39% di stranieri (soprattutto tedeschi e austriaci ma anche danesi, ungheresi, olandesi e rumeni).

Focus sul Tarvisiano
Nell’ambito turistico del Tarvisiano, nel periodo preso in considerazione, gli arrivi sono stati 118.389 (60.251 italiani, 58.138 stranieri, + 16.996 rispetto al 2015), le presenze 293.773 (175.827 italiani, 117.946 stranieri, + 28.825 rispetto al 2015). A colpire non è tanto il numero in crescita, ma il fatto che questi risultati siano stati raggiunti con 5.556 posti letto a disposizione. In Carnia ad esempio, gli arrivi si sono fermati a 92 mila, le presenza hanno raggiunto quota 353 mila, però i posti letto sono 8.480. Questo territorio, quindi, si è confermato meno performante. Chiaro che il Tarvisiano sia riuscito a fare molto pur con una disponibilità ricettiva inferiore. A chi dare il merito di questo risultato? Sicuramente agli operatori, ma non solo.

La Tassa di Soggiorno
Il tema del ‘merito’ fa entrare nella discussione la Tassa di Soggiorno. Se il Tarvisiano adotterà questo balzello per i suoi turisti, a chi andranno i proventi? Al Comune, al Consorzio turistico o all’Uti? Una questione non di poco conto, visto che grazie ai soldi derivanti da questa tassa sarà possibile realizzare importanti investimenti nel comparto. La scelta dovrebbe essere fatta a priori, prima dell’introduzione della Tassa, per evitare discussioni e polemiche al momento della suddivisione dei soldi. Dovrà essere la Regione a decidere a chi affidare la gestione della nuova Tassa, ovviamente ribadendo che quelle risorse andranno spese per il miglioramento dell’immagine turistica di una località. Prima lo farà e prima spegnerà sul nascere mire campanilistiche e rivendicazioni di vaia natura.