29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
A Pordenone

Resistenza: Serracchiani, la comunità è il luogo della libertà

Concetti manifestatati durante la celebrazione per il 72° anniversario dell'eccidio, per mano dei fascisti, di nove partigiani garibaldini, fucilati il 14 gennaio del 1945

PORDENONE - «Riscoprire la comunità come luogo in cui realizziamo responsabilmente la nostra libertà è un obiettivo ambizioso: per esso molti hanno dato la vita, oltre 70 anni fa, e oggi possiamo mantenerlo vivo anche attraverso la pratica di una insegnamento antico ma mai decaduto: il rispetto del prossimo». È questo uno dei pensieri espressi dalla presidente della Regione Debora Serracchiani nel corso del suo intervento a Pordenone in occasione della celebrazione per il 72° anniversario dell'eccidio, per mano dei fascisti, di nove partigiani garibaldini, fucilati il 14 gennaio del 1945.
Alla manifestazione, organizzata dall'Anpi di Pordenone presieduta da Giuseppe Mariuz, hanno partecipato anche il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, la consigliera regionale Renata Bagatin, i rappresentanti delle amministrazioni di Pordenone, Azzano Decimo, Prata, San Martino al Tagliamento e Zoppola, Comuni di origine dei partigiani fucilati. Erano presenti inoltre ex partigiani, reduci dai campi di sterminio nazisti, studenti delle scuole del capoluogo, esponenti di Apo, Aned e antifascisti pordenonesi. La celebrazione si è aperta con la deposizione di una corona d'alloro al monumento che commemora il comandante partigiano Franco Martelli 'Ferrini', medaglia d'oro al valor militare, fucilato sul posto dai nazifascisti il 27 novembre 1944, nonché i nove partigiani uccisi 48 giorni dopo dai fascisti della brigata nera.

Dopo l'introduzione storica compiuta da Sigfrido Cescut dell'Anpi di Pordenone, la presidente della Regione ha voluto ricordare il valore della libertà e della responsabilità, «concetti esigenti - ha detto Serracchiani - difficili da far propri soprattutto ai nostri giorni, in cui la banalizzazione dei valori coincide con lo sgretolamento del senso di comunità e con lo spaesamento dell'individuo. Mentre un comodo fraintendimento induce a scambiare la libertà con l'assenza di regole, prendono piede ideologie e prassi che paiono premiare l'interesse particolare rispetto a quello collettivo. Personalismi estremi e omologazione si manifestano - ha ancora aggiunto la presidente - come i due volti di una pericolosa onda che si rifrange alle basi dello Stato e della democrazia rappresentativa. E' un paradosso che ciò avvenga in un'era dominata dal progresso delle tecnologie e segnata da un indubbio miglioramento delle condizioni generali di vita».

Ricordando infine la tragedia avvenuta a Pordenone il 14 gennaio di 72 anni fa, Serracchiani ha rivolto un plauso a chi, ancora oggi, mantiene vivo il ricordo del sacrificio dei nove giovani barbaramente uccisi. «Tramite la testimonianza di quei fatti, perpetuati con costanza negli anni, rimane fisso nella cittadinanza il monito della storia che, in particolare nella nostra Regione, ha assunto l'aspetto di una tragedia sanguinosa e universale. Il Friuli Venezia Giulia ha visto consumarsi gli eccidi più nefasti e fratricidi e, al tempo stesso, ha saputo esprimere fulgide energie al servizio degli ideali di libertà e democrazia».