20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Brutta copia del 'Return Home' pordenonese

Zilli-Ciriani, immigrati, critiche al progetto di rimpatrio

Ennesima mercificazione? In questo modo davvero si disincentiva l'immigrazione? In realtà è vero il contrario, si favorisce il fenomeno dell'immigrazione economica di cui non c'è bisogno in questi anni di crisi

UDINE - «Dire che 1000 euro spesi per un rimpatrio fanno risparmiare alla collettività è semplicemente vergognoso e non fa altro che alimentare una spirale viziosa: Torrenti invita gli immigrati a raggiungere la nostra Regione».

A dirlo è la consigliera Barbara Zilli (Ln) che aggiunge: «Se un sedicente richiedente asilo rimane nel nostro Paese almeno due anni tra domande e ricorsi - due anni in cui gode di vitto e alloggio garantiti cui si aggiungono pocket money e attività ludiche per 35 euro al giorno -, facendo un calcolo prudenziale sono oltre 25 mila euro per due anni ai quali aggiungiamo ora altri 3500 euro di mancia e il volo all inclusive».

Le fa eco il collega di FdI/An Luca Ciriani: «Credo che sulla questione immigrazione questa Regione stia davvero toccando il fondo. Come si può anche solo pensare di 'rimpatriare volontariamente'persone che non hanno alcun diritto a stare qui, mettendo nelle loro tasche mance da 3.500 euro ciascuno di soldi nostri? Follia pura».

«L'assessore Torrenti - continua Zilli - prima di usare i soldi dei friulani per dare la buonuscita a chi è illegalmente in
Regione ha pensato ai troppi friulani e giuliani che un tale reddito se lo sognano pur lavorando da mattina a sera?

Siamo di fronte all'ennesima mercificazione: Torrenti vuole farci credere davvero che in questo modo si disincentivi
l'immigrazione? In realtà è vero il contrario, si favorisce il fenomeno dell'immigrazione economica di cui davvero non abbiamo bisogno in questi anni di crisi. Scandalosa
- continua - appare anche la volontà di garantire corsi di formazione a questi soggetti: le risorse regionali vanno destinate ai nostri concittadini (esodati, disoccupati, giovani e famiglie in primis) che sono quotidianamente costretti a rinunce per una vita dignitosa. Mi chiedo - chiosa la consigliera leghista - quale sia il vero ritorno di questa operazione: che senso ha investire risorse che non avranno alcuna ricaduta economica per il nostro territorio? Nessuno».

E sul paragone con l'iniziativa della provincia di Pordenone, Luca Ciriani chiarisce che «associare quello che vorrebbe fare la Regione al progetto 'Return home' promosso dalla Provincia di Pordenone qualche anno fa è semplicemente mescolare le carte su due iniziative che nulla c'entrano fra loro», e ricorda che «il progetto della Provincia era destinato a persone entrate regolarmente in Italia per lavorare che, causa la crisi, trovatisi disoccupate, avevano l'opportunità di beneficiare di un incentivo messo a disposizione dall'assessorato all'immigrazione provinciale (fino a 3 mila euro una tantum) che potesse dare loro una nuova possibilità nella loro terra d'origine. In pratica, - spiega Ciriani - chi sceglieva il rimpatrio volontario, comunque, doveva dimostrare di possedere una certa stabilità anche prima di emigrare e doveva soddisfare questi requisiti: essere proprietario di un terreno, avere un'idea imprenditoriale e seguire un corso di formazione per imparare il nuovo mestiere. Ultima condizione: la restituzione del permesso di soggiorno al momento della partenza. Per chi rispettava queste condizioni, la Provincia garantiva uno studio di fattibilità del
progetto da parte dell'Università di Udine, aiuti economici e strutturali. Che è cosa ben diversa, mi pare, da quello che si vorrebbe fare ora con persone che sono arrivate qui irregolarmente". 
Per l'esponente di FdI/An, «queste persone vanno espulse e non essere beneficiarie di un regalino».

«L'annunciata linea di rigore del governo nazionale e regionale sul tema - dicono infine Zilli e Ciriani - si traduce soltanto in una montagna di annunci vuoti, in linea con le politiche di invasione del governo Renzi - Alfano finora. Motivo per il quale - concludono - resta la nostra ferma opposizione sia alle politiche del governo nazionale che, a maggior ragione, a quelle di Serracchiani».