28 marzo 2024
Aggiornato 23:30
La presa di posizione

"Giù le mani dal distaccamento della Polstrada di Tolmezzo"

Il presidente di Confartigianato Fvg, Tilatti: "L'ennesimo segnale di impoverimento della montagna". Critico anche Chiandussi, leader regionale degli autotrasportatori

TOLMEZZO - Dopo sindacati e amministratori locali, sono gli autotrasportatori di Confartigianato Fvg ad alzare la voce in difesa del distaccamento della Polstrada di Tolmezzo che il ministero dell’Interno ha condannato alla chiusura. A salire sulle barricate è Pierino Chiandussi, leader regionale della categoria, che in fatto di sicurezza e legalità non transige. «A chi pensa che i mezzi pesanti viaggino solo sull’autostrada dico che si sbaglia di grosso. A Tolmezzo siamo a un passo dalle frontiere con Austria e Slovenia e in questi tempi (di crisi) sono tanti i mezzi che scelgono di percorrere la viabilità ordinaria per risparmiare i ticket autostradali. Non possiamo mollare la presa sui controlli: il rischio è che l’illegalità si moltiplichi ancora».

Chiandussi mette poi il dito nella piaga della sicurezza. Torna a Berlino, all’ultima, grave strage compiuta al cuore dell’Europa dai terroristi dell’Isis. «Qual è la lungimiranza dello sguarnire il territorio, specie questo, di montagna, vicinissimo alle ex frontiere, delle forze di polizia? Non stupiamoci poi se le cose succedono». «Lasciateci quel distaccamento - è l’appello accorato che Chiandussi rivolge al Governo -. Lasciatecelo perché viceversa si impoverisce la rete dei controlli che sono l’unica speranza per le imprese di tener testa all’illegalità galoppante che entra dall’Est Europa e di certo anche una garanzia in più per la gente che con determinazione continua a vivere in montagna».

Gli dà manforte il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti: «Non si può continuare a privare la Carnia di tutti i presidi istituzionali. Troppe porte si sono chiuse negli ultimi anni. Da quelle del tribunale a quelle di tanti uffici postali». «E’ uno spoglio continuo che manda un segnale di abbandono da parte dello Stato a un territorio già fortemente provato. Chi vive in montagna - continua il presidente - ha diritto a godere dei servizi, di una presenza forte delle istituzioni e di veder soddisfatte le legittime aspettative di sentirsi protetto. Aspettative che Confartgianato Udine fa proprie invitando il Ministero a rivedere la propria posizione sulla chiusura del distaccamento».